Non c'è posto migliore per rifugiarsi, per scappare via da una vita troppo stretta, da sentimenti che ti si piazzano in testa e non vanno via neanche di notte. Non è uno scappare dai problemi per non affrontarli, è un partire, andare in quel luogo dove tutti i tormenti trovano soluzione.
Si, c'è un posto così su questa terra. C'è un posto in cui, nel silenzio delle montagne e tra il fruscio degli alberi, si trovano risposte a tutti i perchè che circondano i pensieri e non li lasciano liberi di volare, via, lontano.
Il viaggio per me è questo. Staccarsi da tutto quello che è per andare verso qualcosa che sarà. E dentro si sente davvero come se un filo si allungasse fino a lacerarsi. Questo viaggio è stato breve, ma intenso, importante, fondamentale.
Ammetto.
Che in quelle due ore ho pensato a tutto, a tutti. E una lacrima è scivolata mentre ascoltavo a tutto volume un paio di canzoni. Perchè sentivo che sarei tornata diversa, che quello che avevo lasciato in sospeso, contro la mia volontà, dopo un mese sprecato a farmi tante di quelle domande assurde, sarebbe andato perduto.
Ma una volta li, una volta messi i piedi per terra, è spuntato il sole; dopo una settimana sprofondata nel grigiore di autunnali temporali che facevano restare in casa e rimuginare ancora di più.
E le risposte hanno cominciato ad atterrare davanti ai miei occhi, sotto forma di sorrisi, di serenità poco provata ultimamente, di ricordi di cugini che si rivedevano in me dopo vent'anni, di piccoli gesti che mi mancano nella vita quotidiana, di messaggini arrivati all'improvviso la prima sera da un nuovo amico, ricevere la telefonata di una vecchio amico che mi dice "E' ora che faccio tutto quello che non ho mai fatto prima e comincio con te".
Momento dopo momento.
E neanche venti quattro ore dopo, ho trovato la risposta più importante in questo periodo, perchè si, magari avrei reagito più o meno così, ma l'impulso mi avrebbe fatto sentire scosse nel cuore che dopo un primo istante di gioia-euforia-vendetta mi avrebbe schiacciata a terra.
Non so spiegare a parole cosa mi fa quel posto lì.
Mi annulla la vita di tutti i giorni, mi fa mantenere in contatto con poche persone, quelle che anche se appena entrate nella mia vita sanno starmi vicina in questo sali-scendi di emozioni, un'altalenante giostra in cui pensavo di esserci salita da sola.
Invece, non si è mai soli.
E se lì ho convalidato il fatto che adoro nel profondo il Brasile, ammettendo comunque che non conoscendolo realmente non posso apprezzarlo internamente,fatta forza e ritrovata la mia energia, la mia linfa vitale attraverso piccole cose come pelare chili di pesche chiacchierando con mia nonna che raccontava aneddoti sulla sua vita amorosa e sessuale, visitare mostre, dire ogni tanto TUTTA JOIA, se lì ho riscoperto che a volte l'impulsività non è la cosa migliore ma bisogna lanciare un sassolino, fosse anche l'ultimo sorridendo e volendo con tutto il cuore che una certa cosa avvenga, ecco ,si, magari tutto si accade.
Come del resto, magari, no.
Ma quando una persona è serena, forte e non teme di tornare ed affrontare il tutto, anche quella che può sembrare una sconfitta personale, prima di dimezza e diventa una sconfitta per due, per poi diventare la sconfitta dell'altro,
perchè, non per modestia o egocentrismo, ma per coraggio di dire BASTA, DA OGGI RICOMINCIO E SENZA TE, ce ne si lava le mani. Dicendo con un sorriso rilassato, tutta joia.
Stanotte ho sentito un po' di tremore nel tornare perchè non mi ero ancora resa conto che ero diventata più forte e se non ci fosse stato Davide che mi ricordava quanto ci siamo e stiamo aiutando, quanta bellezza c'è nelle parole che ci scambiamo, forse mi sarei rigirata nel letto quelle trecentoquarantasei volte fino ad arrivare stravolta verso il sonno e lì, colta da un pianto a cui non sarei stata in grado di assegnargli un motivo, avrei finito con il chiedermi perchè.
Invece, ho sorriso, ho finito di fare il mio sudoku, ho pensato ad un paio di cose e mi sono tranquillizzata.
Tutto scorre, tutto cambia (anche se non è detto che finisca), le cose che sembrano marcite sotto i raggi di un agosto buffo e assassino possono rinvigorirsi o posso decomporsi lasciando spazio a qualcos'altro di bello e perchè no, migliore.
Si, mi sono accorta di questa cosa. Quando succede una cosa relativamente brutta, una cosa bella è pronta per fare la sua entrata, inaspettata e deliziosa, per allietarci le giornate.
Questo viaggio mi ha permesso di prepararmi per questo autunno e questo inverno che saranno belli tosti.
Qualcuno di oggi ci sarà ancora, qualcun altro avrà già preso una strada diversa forse.
Questa è la vita... TUTTA JOIA, IRENE, TUTTA JOIA...!
mercoledì 29 agosto 2007
martedì 21 agosto 2007
WHEN THE STARS GO BLUE
Cosa mi rende felice? Stare tra le sue braccia, guardando fuori, mentre sta per piovere e ascoltare quella musica che mi riempie l'anima. Lui sarà l'unico punto di riferimento, l'unico faro che brillerà in mezzo alle tempeste che incontrerò. Ora e per sempre.
Cosa mi rende triste? Rendermi conto di avere vicino persone inutili, false, che si sforzano di essere presenti al momento sbagliato.
Cosa mi fa sorridere? Vedere delle persone, che mai avrei immaginato potessero pensarmi e starmi vicine più di chiunque altro, pur conoscendomi da nove mesi.
Cosa mi fa diventare pensierosa? Quelle cose che da una parte vorrei troncare e buttarle via ma che dall'altra vorrei provare a portare avanti per vedere come mutano nel tempo.
Alcune scelte non possono essere fatte con il cuore. Certe cose non possono essere fatte solo con la testa.
In entrambi i casi, la scelta sarebbe o troppo impulsiva o troppo pensata e non porterebbe da nessuna parte.
Vi aggiornerò perchè tra pochi giorni sarò proprio in bilico su cosa fare e cosa lasciare in sospeso. Per un patetico e troppo fantasioso bene. MA se mai dovessi prendere una decisione, questa porterà soltanto acqua al mio mulino.
Dancin' where the stars go blue
Dancin' where the evening fell
Dancin' in my wooden shoes
In a wedding gown
Are you happy now?
Where do you go when you're lonely
Where do you go when you're blue
Where do you go when you're lonely
I'll follow you
When the stars go blue
When the stars go blue
Sei felice, ora?
Dove andiamo quando siamo soli?
Cosa mi rende triste? Rendermi conto di avere vicino persone inutili, false, che si sforzano di essere presenti al momento sbagliato.
Cosa mi fa sorridere? Vedere delle persone, che mai avrei immaginato potessero pensarmi e starmi vicine più di chiunque altro, pur conoscendomi da nove mesi.
Cosa mi fa diventare pensierosa? Quelle cose che da una parte vorrei troncare e buttarle via ma che dall'altra vorrei provare a portare avanti per vedere come mutano nel tempo.
Alcune scelte non possono essere fatte con il cuore. Certe cose non possono essere fatte solo con la testa.
In entrambi i casi, la scelta sarebbe o troppo impulsiva o troppo pensata e non porterebbe da nessuna parte.
Vi aggiornerò perchè tra pochi giorni sarò proprio in bilico su cosa fare e cosa lasciare in sospeso. Per un patetico e troppo fantasioso bene. MA se mai dovessi prendere una decisione, questa porterà soltanto acqua al mio mulino.
Dancin' where the stars go blue
Dancin' where the evening fell
Dancin' in my wooden shoes
In a wedding gown
Are you happy now?
Where do you go when you're lonely
Where do you go when you're blue
Where do you go when you're lonely
I'll follow you
When the stars go blue
When the stars go blue
Sei felice, ora?
Dove andiamo quando siamo soli?
giovedì 16 agosto 2007
SUN IN MY LIFE
Cammino e mi immergo nel fiume, questa volta non voglio ne saltarlo ne nuotarlo.
Inaspettato è quello che mi travolge, quello che si insinua nei miei pensieri.
Dall'oggi al domani.
Piove.
Questo agosto mi rappresenta.
Delle belle giornate di sole lasciano il posto ad un paio di giornate puramente autunnali.
Ma oggi, sulla mia testa risplende un sole.
Già.E' bastato un giorno, una notte.
E' bastato lasciare da parte tutto e infischiarsene. Sentire sulla pelle un odore diverso dal proprio.
Sentire nella pancia l'agitazione di fare quello che in un altro momento avrei fatto ad occhi chiusi.
E allora si, li ho chiusi gli occhi e ho seguito l'istinto.
E sono andata, così in alto da vedere il paese al di sotto.
e sono andata anche se in un primo momento il cuore ha vacillato, ha pensato a qualcosa di lontano.
Appunto lontano e indifferente.
Avevo bisogno di questa persona, del suo provocare del mio tentennare tra un bagno, un discorso a bordo piscina e un giro per il paese deserto.
Sentirmi voluta e avuta.
Per noi donne sono cose necessarie, indispensabili.
Ce ne laviamo le mani di discorsetti del cazzo tipo "Non mi faccio sentire così non ti prendi e non ti illudi", IO ME NE INFISCHIO ALTAMENTE DELLA SUA TESTA DI MERDA, DEI SUOI FOTTUTISSIMI 25 ANNI, DEL SUO VOLER ANDARE A VIVERE DA SOLO MA ALLO STESSO TEMPO COSì IMMATURO DA VOLER ANCORA FAR FINTA DI FARE STRAGI DI DONNE E SEMINARE OVUNQUE IL SUO SEME.
Chiacchiera, chiacchiera, sparisci, nel silenzio dei deboli e dei meschini, io posso avere quello che voglio.
Senza che tu senta la pesantezza di un messaggio, di una telefonata.
Stanotte, dopo aver sentito sulla mia pelle un altro odore, non ho pensato a nulla.
Ho guardato fuori dalla macchina, ho sorriso.
Come se avessi capito, finalmente, cosa è giusto fare, almeno per ora.
Mentre lui mi baciava il collo e mi faceva sentire che ero io quella che voleva.
Piove. Piove perchè così porta via tutto quello schifo che ho provato fino a un giorno fa.
Piove perchè solo così può uscire un sole più splendente.
E posso ricominciare.
Direi, un po' più furba, questa volta.
Mi abbraccio.
Don't break, don't break
my heart
and I won't break your
heart-shaped glasses
Inaspettato è quello che mi travolge, quello che si insinua nei miei pensieri.
Dall'oggi al domani.
Piove.
Questo agosto mi rappresenta.
Delle belle giornate di sole lasciano il posto ad un paio di giornate puramente autunnali.
Ma oggi, sulla mia testa risplende un sole.
Già.E' bastato un giorno, una notte.
E' bastato lasciare da parte tutto e infischiarsene. Sentire sulla pelle un odore diverso dal proprio.
Sentire nella pancia l'agitazione di fare quello che in un altro momento avrei fatto ad occhi chiusi.
E allora si, li ho chiusi gli occhi e ho seguito l'istinto.
E sono andata, così in alto da vedere il paese al di sotto.
e sono andata anche se in un primo momento il cuore ha vacillato, ha pensato a qualcosa di lontano.
Appunto lontano e indifferente.
Avevo bisogno di questa persona, del suo provocare del mio tentennare tra un bagno, un discorso a bordo piscina e un giro per il paese deserto.
Sentirmi voluta e avuta.
Per noi donne sono cose necessarie, indispensabili.
Ce ne laviamo le mani di discorsetti del cazzo tipo "Non mi faccio sentire così non ti prendi e non ti illudi", IO ME NE INFISCHIO ALTAMENTE DELLA SUA TESTA DI MERDA, DEI SUOI FOTTUTISSIMI 25 ANNI, DEL SUO VOLER ANDARE A VIVERE DA SOLO MA ALLO STESSO TEMPO COSì IMMATURO DA VOLER ANCORA FAR FINTA DI FARE STRAGI DI DONNE E SEMINARE OVUNQUE IL SUO SEME.
Chiacchiera, chiacchiera, sparisci, nel silenzio dei deboli e dei meschini, io posso avere quello che voglio.
Senza che tu senta la pesantezza di un messaggio, di una telefonata.
Stanotte, dopo aver sentito sulla mia pelle un altro odore, non ho pensato a nulla.
Ho guardato fuori dalla macchina, ho sorriso.
Come se avessi capito, finalmente, cosa è giusto fare, almeno per ora.
Mentre lui mi baciava il collo e mi faceva sentire che ero io quella che voleva.
Piove. Piove perchè così porta via tutto quello schifo che ho provato fino a un giorno fa.
Piove perchè solo così può uscire un sole più splendente.
E posso ricominciare.
Direi, un po' più furba, questa volta.
Mi abbraccio.
Don't break, don't break
my heart
and I won't break your
heart-shaped glasses
lunedì 13 agosto 2007
MYSELF AND I.
Mi piace stare sotto la Mole, la sera. Mi piace starle vicino da riuscire a vedere la stella in cima. Illuminata nel cielo nero.
Mi piace stare seduta sui gradoni e non pensare a nulla. Stare seduta li, con una bottiglia di vino o birra in mancanza di vino, la trulla da rilassamento e la mia digitale per fare qualche scatto qua e là.
Niente di troppo accurato o serioso, solo istanti rapiti alla notte che sta per arrivare.
Più o meno è la sensazione che provo quando mi rifugio a Superga, ma Lei è diversa. Lei mi fa ragionare, pensare, piangere, ridere, parlare, magari sempre con in compagnia di vinello,trulla e digitale, ma non c'è il nulla.
Da li sopra, con Lei dietro le spalle, non si può pensare al niente. Prima si pensa al tutto per poi potersene liberare completamente e ricominciare.
Allora si che per ricominciare si parte dal nulla.
La Mole, invece, mi annulla i pensieri, come se in quel momento ci fossi solo io in questo spazio di tempo. Mi annulla, mi trasforma in una bestia notturna a cui danno fastidio un bel po' di cose, a volte anche la presenza delle persone che magari sono con me. E non mi faccio problemi ad alzarmi e andare un po' più in là, per restare nel mio nulla. E chi mi porta via nel pieno della mia metamorfosi, nota che ha interrotto un percorso dal silenzio con cui riempio la macchina in un ipotizzato ritorno a casa.
Poi il giorno dopo, resto un po' scossa. Non per il vino, magari salito alla testa o la trulla che l'ha fatta girare.
Resto scossa dentro senza motivo. Come senza motivo è quello che mi provoca stare seduta sui gradoni, la sera.
E sono più silenziosa del solito, indifferente a tutti quelli che 24 ore prima erano i miei primi pensieri, e penso a me stessa, ascolto il mio corpo che in pieno ciclo, mi chiede di liberarlo e mi metto li, pedalo per mezz'ora, scendo, faccio serie di addominali e li sento lavorare mentre le gocce di sudore scivolano sulla fronte.
Vorrei non fermarmi, il mio corpo mi chiede di prendermi cura di lui, adesso.
Perchè è tempo di smetterla di prendersi cura degli altri, che ridendo ti dicono che non sei rimasta l'unica.
Tu. Io. Che trattengo il mio istinto, che mi freno davanti alle provocazioni, che le cerco per sentirmi voluta, desiderata ma che poi appena si avvicinano un po', mi volto e le lascio andare via.
Il mio corpo mi dice di ascoltare solo quello che mi passa nel cuore. Posso desiderarti, volerti, amarti, ma allo stesso tempo il mio corpo è tutto quello. Non per te, che cerchi avventure in cento occhi diversi.
Lo sento sussurrare guardando la collina nel silenzio che contorna la notte con qualche stella.
Lo sento sussurrare il mio corpo, il mio cuore. So cosa vuole. Ed è capace di cose che nessuno può immaginare.
Vuole passione, reale passione.
L'avrà. In una notte di mezza estate, l'avrà.
E il giorno dopo, mi alzerò, e comincerò a pedalare.
Non si smette mai di andare avanti, di fare dei cambiamenti.
Come il mio corpo non smetterà mai di sussurrare, nel profondo della notte.
Mi piace stare seduta sui gradoni e non pensare a nulla. Stare seduta li, con una bottiglia di vino o birra in mancanza di vino, la trulla da rilassamento e la mia digitale per fare qualche scatto qua e là.
Niente di troppo accurato o serioso, solo istanti rapiti alla notte che sta per arrivare.
Più o meno è la sensazione che provo quando mi rifugio a Superga, ma Lei è diversa. Lei mi fa ragionare, pensare, piangere, ridere, parlare, magari sempre con in compagnia di vinello,trulla e digitale, ma non c'è il nulla.
Da li sopra, con Lei dietro le spalle, non si può pensare al niente. Prima si pensa al tutto per poi potersene liberare completamente e ricominciare.
Allora si che per ricominciare si parte dal nulla.
La Mole, invece, mi annulla i pensieri, come se in quel momento ci fossi solo io in questo spazio di tempo. Mi annulla, mi trasforma in una bestia notturna a cui danno fastidio un bel po' di cose, a volte anche la presenza delle persone che magari sono con me. E non mi faccio problemi ad alzarmi e andare un po' più in là, per restare nel mio nulla. E chi mi porta via nel pieno della mia metamorfosi, nota che ha interrotto un percorso dal silenzio con cui riempio la macchina in un ipotizzato ritorno a casa.
Poi il giorno dopo, resto un po' scossa. Non per il vino, magari salito alla testa o la trulla che l'ha fatta girare.
Resto scossa dentro senza motivo. Come senza motivo è quello che mi provoca stare seduta sui gradoni, la sera.
E sono più silenziosa del solito, indifferente a tutti quelli che 24 ore prima erano i miei primi pensieri, e penso a me stessa, ascolto il mio corpo che in pieno ciclo, mi chiede di liberarlo e mi metto li, pedalo per mezz'ora, scendo, faccio serie di addominali e li sento lavorare mentre le gocce di sudore scivolano sulla fronte.
Vorrei non fermarmi, il mio corpo mi chiede di prendermi cura di lui, adesso.
Perchè è tempo di smetterla di prendersi cura degli altri, che ridendo ti dicono che non sei rimasta l'unica.
Tu. Io. Che trattengo il mio istinto, che mi freno davanti alle provocazioni, che le cerco per sentirmi voluta, desiderata ma che poi appena si avvicinano un po', mi volto e le lascio andare via.
Il mio corpo mi dice di ascoltare solo quello che mi passa nel cuore. Posso desiderarti, volerti, amarti, ma allo stesso tempo il mio corpo è tutto quello. Non per te, che cerchi avventure in cento occhi diversi.
Lo sento sussurrare guardando la collina nel silenzio che contorna la notte con qualche stella.
Lo sento sussurrare il mio corpo, il mio cuore. So cosa vuole. Ed è capace di cose che nessuno può immaginare.
Vuole passione, reale passione.
L'avrà. In una notte di mezza estate, l'avrà.
E il giorno dopo, mi alzerò, e comincerò a pedalare.
Non si smette mai di andare avanti, di fare dei cambiamenti.
Come il mio corpo non smetterà mai di sussurrare, nel profondo della notte.
giovedì 9 agosto 2007
NON TUTTO VIEN PER NUOCERE.
Perchè abbiamo paura di fare o dire qualcosa?
Perchè a volte la tentazione è più forte di quanto uno possa immaginare e nonostante tutto,ci si frena, da soli, per timore di sbagliare, di peggiorare una situazione che sembra già avere qualche buco qua e la?
Se solo si sapesse che oltre quel tremore c'è il sole.
Ieri qui a Torino ha fatto davvero un tempo da lupi; dal cielo è sceso un diluvio che in mezz'ora ha allagato tutte le stradine e portato via agli alberi le loro amate foglie. Scena un po' troppo autunnale, direi, per essere giunti alla notte di San Lorenzo.
Ed io mi sono infilata il mio amato paio di jeans, la mia maglia a maniche lunghe nera e via, in centro, per occupare tempo, per non pensarci più, per arrivare alla sera e sentirmi soddisfatta riguardando e riguardando gli acquisti fatti sotto la pioggia. Soprattuto pensando che non avevo ceduto, che ora era arrivato il momento di dimenticarlo, almeno durante l'estate.
Che poi di estate, ha ben poco, tutto sommato!
Poi, quelle nuvole nere, quella pioggia incessante, mi han fatto scorgere un raggio di sole.
Che mi ha accecato gli occhi, mi ha scaldato il cuore e rifatta sorridere.
Seduta.
Per terra contro al muro, sul pavimento freddo.
Faccia rivolta alle scale che portano su al terzo piano, dalla mia adorata Clò, schiena dritta appoggiata al muro, a piangere di quella gioia che lui non sa di darmi con quelle piccole attenzioni.
Poche parole, mi saluta con il nomignolo, mi chiede come va.
Mi si apre il cuore mentre Clò grida anche lei dalla gioia.
Non resisto, salgo, di corsa, a tre a tre i gradini, salgo e l'abbraccio tremando, piangendo, balbettando, sfriciolando.
A volte ci scordiamo di alcune persone anche solo per poco tempo, senza sapere che dall'altra parte, dentro al cuore, muore qualcosa.
E' servito, mi ripeto, mi ripete, è servito stare così, gridargli contro, nella notte, da ubriaca,scrivergli e non ricevere risposta, aspettare e non ricevere nulla, aspettare e poi telefonare, sentire la sua voce, credere che tutto sia finito così, per colpa di venti dannati giorni passati lontani, per colpa di qualche tentazione che magari lui non avrà saputo dire di no, non so.
E' servito ridere alle cose che lui diceva, chiudere la conversazione e sentirsi un po' più leggere, tristi, ma leggere.
Per poi,
all'improvviso,
ritrovare il sole,
in questi 14 gradi, in queste nuvole nere sopra la mia testa e il vento freddo che mi accarezza il viso.
Forse sto imparando una cosa importantissima e me ne rendo conto solo ora.
Forse sto imparando che non si può dare tutto per scontato, che non si può generalizzare e partire in quarta appena qualcosa sfugge al nostro controllo, appena qualcuno modifica qualcosa. si deve avere forza e coraggio di vedere le cose da tutte le prospettive possibile e chiedersi perchè.
Perchè anche le cose negative che ci capitano, a volte, non lo sono nel loro interno, ma solo nell'involucro. Esse, possono nascondere la felicità che ognuno di noi, in un modo o nell'altro, cerca.
Sta a noi saperle vivere in maniera diversa.
Giuro, che appena tornerà, gli salterò in braccio e nel momento in cui sarò inebriata del suo profumo, tutti i momenti di sconforto svaniranno per lasciare posto ai nostri passi...
Perchè a volte la tentazione è più forte di quanto uno possa immaginare e nonostante tutto,ci si frena, da soli, per timore di sbagliare, di peggiorare una situazione che sembra già avere qualche buco qua e la?
Se solo si sapesse che oltre quel tremore c'è il sole.
Ieri qui a Torino ha fatto davvero un tempo da lupi; dal cielo è sceso un diluvio che in mezz'ora ha allagato tutte le stradine e portato via agli alberi le loro amate foglie. Scena un po' troppo autunnale, direi, per essere giunti alla notte di San Lorenzo.
Ed io mi sono infilata il mio amato paio di jeans, la mia maglia a maniche lunghe nera e via, in centro, per occupare tempo, per non pensarci più, per arrivare alla sera e sentirmi soddisfatta riguardando e riguardando gli acquisti fatti sotto la pioggia. Soprattuto pensando che non avevo ceduto, che ora era arrivato il momento di dimenticarlo, almeno durante l'estate.
Che poi di estate, ha ben poco, tutto sommato!
Poi, quelle nuvole nere, quella pioggia incessante, mi han fatto scorgere un raggio di sole.
Che mi ha accecato gli occhi, mi ha scaldato il cuore e rifatta sorridere.
Seduta.
Per terra contro al muro, sul pavimento freddo.
Faccia rivolta alle scale che portano su al terzo piano, dalla mia adorata Clò, schiena dritta appoggiata al muro, a piangere di quella gioia che lui non sa di darmi con quelle piccole attenzioni.
Poche parole, mi saluta con il nomignolo, mi chiede come va.
Mi si apre il cuore mentre Clò grida anche lei dalla gioia.
Non resisto, salgo, di corsa, a tre a tre i gradini, salgo e l'abbraccio tremando, piangendo, balbettando, sfriciolando.
A volte ci scordiamo di alcune persone anche solo per poco tempo, senza sapere che dall'altra parte, dentro al cuore, muore qualcosa.
E' servito, mi ripeto, mi ripete, è servito stare così, gridargli contro, nella notte, da ubriaca,scrivergli e non ricevere risposta, aspettare e non ricevere nulla, aspettare e poi telefonare, sentire la sua voce, credere che tutto sia finito così, per colpa di venti dannati giorni passati lontani, per colpa di qualche tentazione che magari lui non avrà saputo dire di no, non so.
E' servito ridere alle cose che lui diceva, chiudere la conversazione e sentirsi un po' più leggere, tristi, ma leggere.
Per poi,
all'improvviso,
ritrovare il sole,
in questi 14 gradi, in queste nuvole nere sopra la mia testa e il vento freddo che mi accarezza il viso.
Forse sto imparando una cosa importantissima e me ne rendo conto solo ora.
Forse sto imparando che non si può dare tutto per scontato, che non si può generalizzare e partire in quarta appena qualcosa sfugge al nostro controllo, appena qualcuno modifica qualcosa. si deve avere forza e coraggio di vedere le cose da tutte le prospettive possibile e chiedersi perchè.
Perchè anche le cose negative che ci capitano, a volte, non lo sono nel loro interno, ma solo nell'involucro. Esse, possono nascondere la felicità che ognuno di noi, in un modo o nell'altro, cerca.
Sta a noi saperle vivere in maniera diversa.
Giuro, che appena tornerà, gli salterò in braccio e nel momento in cui sarò inebriata del suo profumo, tutti i momenti di sconforto svaniranno per lasciare posto ai nostri passi...
martedì 7 agosto 2007
LUCKY
Vero che noi donnine ci impanichiamo per poco, ma è vero che voi uomini siete i numero uno per farci fare 125.764 pensieri al secondo. Non abbiamo bisogno di grandi cose, ci basta una telefonata fatta con voce diversa, o un'assenza solo nei nostri confronti per un giorno... e pensate quando i giorni diventano 4!
Sto impazzendo.
Sto impazzendo davvero e a poco servono le amiche che mi dicono "non ne vale la pena, fregatene, non merita" per metterlo in cattiva luce.
Io, riesco a trovargli tutte le scuse possibili, immaginabili ed inimmaginabili per scusarlo della sua assenza.
Sono quattro giorni che non si fa sentire, due messaggi e una telefonata.
In cambio, ho ricevuto solo silenzi e conferme che lui però al telefono, risponde ai suoi amici.
E anche questo non me lo fa mettere nell'angolino, dico a me stessa che magari avrà buoni motivi per non farsi sentire, avrà finito i soldi, sarà un po' in crisi e preferisce nuotare nel mar Jonio e non pensare.
Ieri ne ho viste 19. Fino a un mese e mezzo fa non ne sapevo neanche l'esistenza di quella macchina e ieri ne ho viste 19. Tutte uguali alle sue, a volte nere, una blu, le altre identiche.
E ridevo, ridevo vicino alla mia piccolina, perchè mi sembrava che qualcuno dall'alto mi volesse prendere in giro.
Io lo penso, lo cerco, lui fugge o mi ignora ed io vedo o sento tutto quello che lo ricorda.
Ma ieri nonostante volessi piangere e gridare, la mia piccolina e la sua mamma mi hanno fatto rilassare, mi hanno come al solito fatto volare più in là, staccando un po' i piedi da queste situazioni concatenate che fanno tutte schifo.
Domani sera lo chiamerò. Se risponderà, sarà tranquilla. Se non risponderà, beh, allora lì mi farò due conti.
Perchè per quanto sia poco il tempo condiviso insieme, non ci siamo salutati con un addio, lui mi ha chiamato quando è arrivato a destinazione, si è fatto sentire il giorno dopo e poi... è sparito.
Come risucchiato da una navicella spaziale da cui può solo rispondere agli altri.
E lo scuso. E lo scuso. Perchè dentro ho la voglia e la pazienza e la determinazione di proseguire questo rapporto messo in stand by causa agosto-vacanze, perchè passo dopo passo potrebbe avere l'importanza che io vorrei associare a qualcuno.
"the first cut is the deepest
baby i know
the first cut is the deepest
but when it comes to bein' lucky, he's cursed
when it comes to lovin' me, he's worst...
i still want you by my side
just to help me dry the tears that i've cried
and i'm sure gonna give you a try
if you want i'll try to love again, (try)
baby, i'll try to love again, but i know... "
Ti penso.
Sto impazzendo.
Sto impazzendo davvero e a poco servono le amiche che mi dicono "non ne vale la pena, fregatene, non merita" per metterlo in cattiva luce.
Io, riesco a trovargli tutte le scuse possibili, immaginabili ed inimmaginabili per scusarlo della sua assenza.
Sono quattro giorni che non si fa sentire, due messaggi e una telefonata.
In cambio, ho ricevuto solo silenzi e conferme che lui però al telefono, risponde ai suoi amici.
E anche questo non me lo fa mettere nell'angolino, dico a me stessa che magari avrà buoni motivi per non farsi sentire, avrà finito i soldi, sarà un po' in crisi e preferisce nuotare nel mar Jonio e non pensare.
Ieri ne ho viste 19. Fino a un mese e mezzo fa non ne sapevo neanche l'esistenza di quella macchina e ieri ne ho viste 19. Tutte uguali alle sue, a volte nere, una blu, le altre identiche.
E ridevo, ridevo vicino alla mia piccolina, perchè mi sembrava che qualcuno dall'alto mi volesse prendere in giro.
Io lo penso, lo cerco, lui fugge o mi ignora ed io vedo o sento tutto quello che lo ricorda.
Ma ieri nonostante volessi piangere e gridare, la mia piccolina e la sua mamma mi hanno fatto rilassare, mi hanno come al solito fatto volare più in là, staccando un po' i piedi da queste situazioni concatenate che fanno tutte schifo.
Domani sera lo chiamerò. Se risponderà, sarà tranquilla. Se non risponderà, beh, allora lì mi farò due conti.
Perchè per quanto sia poco il tempo condiviso insieme, non ci siamo salutati con un addio, lui mi ha chiamato quando è arrivato a destinazione, si è fatto sentire il giorno dopo e poi... è sparito.
Come risucchiato da una navicella spaziale da cui può solo rispondere agli altri.
E lo scuso. E lo scuso. Perchè dentro ho la voglia e la pazienza e la determinazione di proseguire questo rapporto messo in stand by causa agosto-vacanze, perchè passo dopo passo potrebbe avere l'importanza che io vorrei associare a qualcuno.
"the first cut is the deepest
baby i know
the first cut is the deepest
but when it comes to bein' lucky, he's cursed
when it comes to lovin' me, he's worst...
i still want you by my side
just to help me dry the tears that i've cried
and i'm sure gonna give you a try
if you want i'll try to love again, (try)
baby, i'll try to love again, but i know... "
Ti penso.
domenica 5 agosto 2007
L'UNICO OBBIETTIVO
A volte restiamo in balia delle onde.
Non sappiamo cosa pensa, cosa fa, cosa vuole, cosa non vuole.
Lui.
E rimaniamo in balia tra un'onda che lasciamo scivolare via e un'altra che invece ci sovrasta, ci sommerge.
L'altro.
Nessuna domanda.
Nessun bisogno di chiedersi se è lui che vogliamo, perchè lo sappiamo con la pancia del cuore
che nessun altro potrebbe occupare il suo posto.
Eppure qualcosa ci lascia andare un po' più in là, al largo.
Forse pensando che lui stia facendo quello che sente.
L'altra.
Sapendo che nell'amplesso, nell'abbraccio, ritroveremo noi due.
Rimpiazzando quell'abbraccio con altri abbracci mendaci per riempire queste giornate tutte uguali,
queste giornate calde e monotone da agosto schizofrenico.
Senza testa, senza cuore, senza intenzioni, solo per pepare la vita,
per fare di queste ore qualcosa di diverso da chiudere subito,
senza lasciare troppo tempo al seguito.
E' tempo di trovare e mantenere la giusta rotta, anche se qualche volta veniamo ancora
travolte da qualche vento sufficientemente potente da deviarci leggermente il cammino.
Quei venti cesseranno di spirare contro di noi, per mettersi tutti insieme
e gonfiare le vele dirigendoci verso l'unico nostro obbiettivo.
Non sappiamo cosa pensa, cosa fa, cosa vuole, cosa non vuole.
Lui.
E rimaniamo in balia tra un'onda che lasciamo scivolare via e un'altra che invece ci sovrasta, ci sommerge.
L'altro.
Nessuna domanda.
Nessun bisogno di chiedersi se è lui che vogliamo, perchè lo sappiamo con la pancia del cuore
che nessun altro potrebbe occupare il suo posto.
Eppure qualcosa ci lascia andare un po' più in là, al largo.
Forse pensando che lui stia facendo quello che sente.
L'altra.
Sapendo che nell'amplesso, nell'abbraccio, ritroveremo noi due.
Rimpiazzando quell'abbraccio con altri abbracci mendaci per riempire queste giornate tutte uguali,
queste giornate calde e monotone da agosto schizofrenico.
Senza testa, senza cuore, senza intenzioni, solo per pepare la vita,
per fare di queste ore qualcosa di diverso da chiudere subito,
senza lasciare troppo tempo al seguito.
E' tempo di trovare e mantenere la giusta rotta, anche se qualche volta veniamo ancora
travolte da qualche vento sufficientemente potente da deviarci leggermente il cammino.
Quei venti cesseranno di spirare contro di noi, per mettersi tutti insieme
e gonfiare le vele dirigendoci verso l'unico nostro obbiettivo.
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