Perchè abbiamo paura di fare o dire qualcosa?
Perchè a volte la tentazione è più forte di quanto uno possa immaginare e nonostante tutto,ci si frena, da soli, per timore di sbagliare, di peggiorare una situazione che sembra già avere qualche buco qua e la?
Se solo si sapesse che oltre quel tremore c'è il sole.
Ieri qui a Torino ha fatto davvero un tempo da lupi; dal cielo è sceso un diluvio che in mezz'ora ha allagato tutte le stradine e portato via agli alberi le loro amate foglie. Scena un po' troppo autunnale, direi, per essere giunti alla notte di San Lorenzo.
Ed io mi sono infilata il mio amato paio di jeans, la mia maglia a maniche lunghe nera e via, in centro, per occupare tempo, per non pensarci più, per arrivare alla sera e sentirmi soddisfatta riguardando e riguardando gli acquisti fatti sotto la pioggia. Soprattuto pensando che non avevo ceduto, che ora era arrivato il momento di dimenticarlo, almeno durante l'estate.
Che poi di estate, ha ben poco, tutto sommato!
Poi, quelle nuvole nere, quella pioggia incessante, mi han fatto scorgere un raggio di sole.
Che mi ha accecato gli occhi, mi ha scaldato il cuore e rifatta sorridere.
Seduta.
Per terra contro al muro, sul pavimento freddo.
Faccia rivolta alle scale che portano su al terzo piano, dalla mia adorata Clò, schiena dritta appoggiata al muro, a piangere di quella gioia che lui non sa di darmi con quelle piccole attenzioni.
Poche parole, mi saluta con il nomignolo, mi chiede come va.
Mi si apre il cuore mentre Clò grida anche lei dalla gioia.
Non resisto, salgo, di corsa, a tre a tre i gradini, salgo e l'abbraccio tremando, piangendo, balbettando, sfriciolando.
A volte ci scordiamo di alcune persone anche solo per poco tempo, senza sapere che dall'altra parte, dentro al cuore, muore qualcosa.
E' servito, mi ripeto, mi ripete, è servito stare così, gridargli contro, nella notte, da ubriaca,scrivergli e non ricevere risposta, aspettare e non ricevere nulla, aspettare e poi telefonare, sentire la sua voce, credere che tutto sia finito così, per colpa di venti dannati giorni passati lontani, per colpa di qualche tentazione che magari lui non avrà saputo dire di no, non so.
E' servito ridere alle cose che lui diceva, chiudere la conversazione e sentirsi un po' più leggere, tristi, ma leggere.
Per poi,
all'improvviso,
ritrovare il sole,
in questi 14 gradi, in queste nuvole nere sopra la mia testa e il vento freddo che mi accarezza il viso.
Forse sto imparando una cosa importantissima e me ne rendo conto solo ora.
Forse sto imparando che non si può dare tutto per scontato, che non si può generalizzare e partire in quarta appena qualcosa sfugge al nostro controllo, appena qualcuno modifica qualcosa. si deve avere forza e coraggio di vedere le cose da tutte le prospettive possibile e chiedersi perchè.
Perchè anche le cose negative che ci capitano, a volte, non lo sono nel loro interno, ma solo nell'involucro. Esse, possono nascondere la felicità che ognuno di noi, in un modo o nell'altro, cerca.
Sta a noi saperle vivere in maniera diversa.
Giuro, che appena tornerà, gli salterò in braccio e nel momento in cui sarò inebriata del suo profumo, tutti i momenti di sconforto svaniranno per lasciare posto ai nostri passi...
giovedì 9 agosto 2007
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento