lunedì 22 dicembre 2008

NON NE PUOI NULLA.


Ogni volta. Ogni volta tu apri bocca e rovini tutto.
Parole scritte, pensieri fatti, parole dette.
Calpesti tutto come se fossi Padre Eterno.
Invece sei un piccolo uomo, come cantava la Martini.
Mi ferisci. Mi trapassi con una lama sottile proprio quando io con occhi lucidi ti parlo della mia gioia.
Invidioso che qualcuno può ancora volere bene, geloso che io possa volere bene ad un altro uomo, superiore e abbastanza maturo da sapere come finirà, perchè chiaro, finirà!
La tua ironia mi uccide un pezzo di anima, quel pezzo di anima che sarebbe sempre e comunque tua. Tu la uccidi perchè non ci può essere nessuno felice, perchè non c'è l'uomo giusto, la donna giusta, persone giuste che magari vivendo lontano tentano, provano, ce la mettono tutta ad accorciare le distanze e a volersi bene.
No, tu dici che queste cose le hai già sentite tre, quattro volte. Ed io, ancora intoccabile, ti rispondo a tono che non sai neanche quando mi sono lasciata con il mio ragazzo, il suo nome, il suo volto, cosa ho provato per lui, tu non sai nulla e come pretendi di dettar legge

nel mio cuore?

nel mio mondo?

nella mia gioia arrivata per caso, per una volta cazzo per una volta.

Allora dubito, allora sento le lacrime salire agli occhi, allora non voglio farti vedere questa mia debolezza, questo mio dolore, questo mia ennesima confermata delusione che tu, mio padre, non sei mai felice per me.
E non puoi mai o non riesci mai a dirmi -Sono felice per te! magari facendo seguire un - Ma fai attenzione eh? ancora che prendi una capocciata!.
No.
No.
Non ci sono problemi. Tu non sei felice per la mia felicità e non hai dubbi: sicuramente me la prenderò in quel posto.
Ed uso un francesismo, va.
Ora mi chiedo.
Ma ad una figlia, non si vorrebbe voler bene?
Ma non si vorrebbe avere la sicurezza che trovasse un bravo ragazzo, con cui stia bene, che le voglia bene, che possa starle vicino e condurre una vita insieme?
Ma non si vorrebbe vedere i suoi occhi pieni di gioia, innamorati, felici, gioiosi?
DIMMI? NON SI VORREBBE?
Devo essermi persa qualche pezzo di genitore da qualche parte.
E non credo che a venti quattro anni abbia ancora voglia di cercarlo in giro.
Parla, parla. Io dentro soffro, mordo la lingua e ti maledico.
Maledico la tua negatività che deve contaminare tutto.
Ma non me.
Mi spiace, ho già avuto la mia bella dose di schifo, forse in alcuni tratti anche bella abbondante.
Forse, Papà, è arrivato il momento in cui IO sia felice.
E tu non ne puoi nulla.
Tu non ne saprai più nulla.
Resterai nel silenzio che ti crei per far finta di essere forte.
E dentro gridi, la notte, e dentro gridi, guidando a tutta velocità e con la musica alta.
E tu non ne puoi nulla.
Ora tocca a me essere un po' felice, un po'.
Non ho chiesto la luna. Solo di essere voluta bene e capita.
Perdono questo tuo essere orco e insensibile, ma non potrò mai perdonare l'essere sempre cinico e di non preoccuparti che con le tue parole, tu mi uccidi sempre un po'.

sabato 20 dicembre 2008

CANZONE

Stamattina mi sono svegliata un po' agitata dalla notte passata ma piena di un bene improvviso e inaspettato che mi sta stupendo.
Accendo la radio e parte una canzone.
Questa canzone.
E l'ascolto, per ore e ore.


Tu dimmi che non sai oppure che fai finta

perchè non sei convinta,
ma, siamo qui da un'ora
io e te a parlare, come non abbiamo fatto ancora
e, caso strano non mi sento strano
vuoi vedere che ti amo,

meglio rischiare sai che non concedersi mai.
E se ti va, puoi stare qua
spegni il telefono e fai il miracolo
in frigo da mangiare c'è
dai stiamo abbracciati così
a far l'amore fino a lunedi.
nanana
fino a lunedi
nanana

Ma perchè devi avere paura di un bicchiere in più
e di lasciarti andare
sei, sei cosi convinta
che io faccio finta o non vuoi darmela vinta
ma dai che sono umana anch'io
non può essere che ti amo

meglio rischiare sai che non concedersi mai
ma se ti va,
nananana
puoi stare qua
nananana
trova una scusa
lo so lo sai che noi
che tu sei preso
però che vuoi che vuoi
l'amore ha bisogno di follia
è già troppa questa malinconia che se ci prende non va più via
nanana

perché in una storia non pensavo di trovare mai più
quello che nel giro sai di un'ora mi hai gia dato tu
nanana
perché io e te per cercare di capire chi siamo
siamo andati avanti che alla fine vuoi vedere che ti amo
nanana

perché in una storia non pensavo di trovare mai più
nananana
quello che nel giro sai di un'ora mi hai gia dato tu
nananana
perché io e te per cercare di capire chi siamo
nananana
siamo andati avanti che alla fine vuoi vedere che ti amo

mercoledì 17 dicembre 2008

FAMMI SENTIRE CHE C'è.


Mani che si sfiorano dolcemente, corpi che si avvicinano e seguono il ritmo.
Stanza nella penombra, c'è tutto e c'è niente stanotte.

E manchi tu.

Sorseggio spumante mentre la temperatura comincia ad alzarsi, mentre la musica diventa dura come tanti pantaloni in questo momento e mi guardo attorno forse aspettando il tuo trionfante ingresso, forse aspettando di essere presa, rapita.

Chiudo gli occhi.

E manchi tu, manca la tua presenza costante, la tua pelle profumata, le tue mani, la tua bocca, manca il tuo sorriso, le tue piccole testate per stuzzicarmi.

Vorrei ballare qui, in mezzo alla pista, senza vedere nessuno, senza sentire nient'altro che questo tamburo, che questa canzone densa, lenta, accattivante. Vorrei ballare qui senza pudore, lasciando scivolare la spallina della mia canotta e sentire il tuo corpo forte contro il mio, sentirmi prigioniera, sedotta, drogata, ubriaca, ammaliata, innamorata, in estasi. Vorrei ballare qui con te in movimenti liberi e sensuali e vorrei sentire la voglia cominciare ad uscire e sentire questo ritmo duro e sentirti duro, per me, contro me. Vorrei che mi accarezzassi il volto, come fai quando vuoi prendermi con dolcezza, vorrei che lo facessi e mi baciassi a lato della bocca per sentirmi spingere, per sentirmi tirare con forza per non lasciarti più, per non lasciarti andare via, per averlo davvero quello sfuggevole bacio.
Poi diventa tutto presente, tu mi baci una spalla, abbasso il volto rimanendo in questo spazio di infinito eroticismo, mi baci il collo, lento come sempre, volendo agoniando desiderando prendendo pezzi di carne che ti appartengono.

Ti guardo.
Scivolo in basso e sinuosamente risalgo sfiorando il tuo ritmo duro, facendoti sentire questo seno che vuole le tue mani, i tuoi occhi, la tua bocca.
La tua mano sulla mia nuda schiena, sotto la canotta oramai umida dei nostri sudori, la mia mano che cerca la tua pelle, cerca e la trova e

Ti voglio, qui adesso ora sempre per ore per giorni.

Apro gli occhi.

Ancora corpi che si ammorbidiscono e scivolano lungo il corpo altrui, il ritmo è diventato passionale, caldo, soffice, spinto al punto giusto da volerti ancora qui. Altro spumante.

E manchi tu.

Tutto diventa buio.

Sento un respiro vicino al mio collo, un corpo che mi stringe a se.
Il tuo odore lo riconoscerei tra miliardi. Mi sfiori con il naso la spalla, il collo, la guancia, le tue braccia mi avvolgono.
Io infinitamente piccola dentro il tuo abbraccio. Al buio mi baci, la tua bocca, stanotte, la tua bocca stanotte. E allora un poco mi manchi ancora, mi manchi sempre un poco, ma sei dietro me, ritmo duro che avvolge e provoca. Scivola in me, in mezzo a questa notte, in mezzo a questi altri corpi che si desiderano e negli angolini si prendono senza tanti problemi.

Scivola in me e fammi sentire.

domenica 14 dicembre 2008

UN PASSO.


Un passo avanti, uno indietro, mi volto, ti trovo, sorridi, ti avvicini, mi baci, mi guardi, mi baci, mi allontano, mi segui, un passo avanti, uno indietro, ti prendo per la cravatta, gioco, giochi, due pedine in questa notte. Non sono la tua pedina, non sei la mia pedina, ammaccati da litri rossi di vino, vengo abbracciata, salti e vieni davanti a me, mi baci, devi segnare il territorio, mi metti nell'angolo, voglio andare via da qui, vuoi sentire la carne, il mio profumo, la mia bocca sul tuo corpo, un passo avanti, un passo indietro, pretendi, mani sotto la gonna dentro di me, voglio andare via e sentirti averti, voglio addormentarmi mentre fuori il mondo si sveglia per andare a lavorare e non avere confusione in testa. Mi addormento nel mio grande letto, il tuo profumo alla mia sinistra, il tuo profumo intenso che m'inonda, mi circonda, mi conduce ad un'estesi tra sonno e amore. Mi sveglio e ho bisogno di alcune parole, ho bisogno di credere che smetterà questa vita da film, che finiranno queste infinite nottate in cui succede di tutto, in cui si è alla ricerca di altre mani e le si trovano, in cui non importa chi sei, come sei, come ami, se quando ami dai tutto te stesso.


Ire, e se quando t'incontrerò le stelle non basteranno più ad illuminare il mio cielo?


Mi alzo, ancora addosso profumi d'amore, di odio, di pelle contro pelle, di vino. Un passo avanti, un passo indietro, accendo il computer, canto, ballo, un passo avanti, un passo indietro, scrivo, colgo tutto, colgo te, lontano, colgo me, in balia di onde dolci, luci di natale, sorrisi, parole, bugie, verità a cui non si può credere, parole dolci, abbracci immaginari, lontani, vicini. Un passo indietro, un passo avanti.

mercoledì 3 dicembre 2008

PSICOIRE.

Psicoterapia. Psicomotricità.
Psico e basta.
Chiudo gli occhi mi faccio dondolare, mi lascio accarezzare e dentro si smuove tutto.
Lacrime che escono silenziose e mi atterrano.
Io così forte, io così stronza.
Leggo parole di un altro cuore e mi si apre un mondo.
Devo fare questa cosa, devo riprendere questa cosa e farla mia.



Mi fa sempre piacere vederti. Perchè non hai nostri pensieri felici?

[Io ti penso e sono felice, ma come faccio a dirti che se potessi esprimere un desiderio, quel desiderio saresti tu, con la tua passione per la musica, i tuoi capelli lunghi, i tuoi occhi di un verdeazzurro, il tuo naso all'insù, le mani grandi, perfette, un'intelligenza fine ed elegante, il tuo essere traditore e non passare mai per tale? Come faccio a dirti che se volessi un figlio, lo vorrei da te? Mi soffermo su quello che siamo oggi e che resteremo sempre. Bloccati.]

La prossima volta almeno non farlo sotto ai miei occhi.

[Sono le sei di mattina, sto guidando e questa casa non arriva mai. Mi scrivi di punto in bianco, crolla tutto, crolla tutto. E mi viene da aggredirti, da sputarti in faccia che io e te non siamo niente, niente in questo mondo, perchè dentro ho rabbia amarezza delusione, e sputo tutto. Io e te non siamo che due persone che ogni tanto incrociano le loro strade, si amano in notti piene di stelle e si rifugiano in abbracci e sguardi troppo pieni di. Non sono la tua ragazza, non sono la tua donna, forse sono stata la tua amante, ma non hai nessun diritto di sentirmi tua e farti certe piazzate. E piango, sotterrata da un peso troppo grande da sopportare, questo distacco da te.
E tu ora sei lontano, ed io non ho potuto abbracciarti l'ultima volta, non ho potuto capire cosa ha portato tutta quella mancanza di rispetto. Ma mi scrivi, come se niente avesse realmente avuto importanza. Forse volevo solo che tu mi dicessi quanto QUANTO tenessi a me.]

Poi COMPARE Lui.

Irene cosa pensi della nostra storia?

[Io stavo vivendo a piccoli passi quella che poi sarebbe stata la mia storia d'amore. Io stavo vivendo con il cuore in mano quella che poi hai sotterrato dopo poco, confuso da tutto e da tutti. Cosa vuoi che ti dica, forse il mio silenzio per una santa volta ha dato i suoi frutti. Non potevo mica dirti che neanche nel giro di una settimana avevi stravolto il mio equilibrio.]

Ma se io muoio, tu piangeresti?

[Avrei pianto, avrei pianto perchè avrei capito di aver perso l'unica persona che avevo amato, con cui ero stata me stessa, con cui potevo semplicemente sentirmi libera. Forse però potevi cambiarla in "ma se io ti lascio con una scusa banale, tu piangeresti?".]

Devo chiderti un favore. Se puoi non farti più sentire per un po'. E' un periodaccio.

[Ci sei sempre stato tu e solo tu e forse in quel momento l'ho capito. Ed io a cercare di capire se stavi ancora male per quella perdita, perchè non accettassi il fatto che potevo semplicemente starti vicina, in silenzio. Mi hai invece messa da parte perchè c'eri tu. E bastavi per entrambi.
Ascoltare per ore Walk on per farmi forza, per darti pure delle buone ragioni per un comportamento così sciatto, leggere le tue parole, sentirmi sempre un po' meno pollo e sempre un po' più Irene perchè tu così infantile, non potevi avermi rubato il cuore...]

Non torno Irene, non sono preso come le sei tu.

[E mi viene da ridere e mi viene da piangere. So dove rifugiarmi per non sprecare altri pensieri per te, ma dentro qualcosa stenta a spegnersi.]

Scusami, scusami, io sono fatto così, quando è un periodo di merda, mi chiudo e chiudo fuori tutto e tutti.

[Peccato io non fossi "tutti", peccato io fossi la ragazza con cui facevi l'amore tutti giorni, a tutte le ore, peccato fossi la ragazza che ti ascoltava quando avevi bisogno di tirar fuori quel dolore, peccato fossi così sciocca da ricadere nelle tue braccia quella notte e per altri notti a venire.
Ma al cuor non si comanda, io ti volevo con me, contro ogni pensiero razionale che la gente mi persuadeva a fare. Ti volevo e basta. E volevo amarti.
Forse non sei mai arrivato neanche ad immaginare che in una relazione non c'è un tempo stabilito per innamorarsi.]

Grazie per essere venuta stasera...vai piano... e fammi uno squillo quando arrivi!

[Felice dopo la tua liberazione, eh? Io non ho fatto altro che darti piacere, perchè non volevo il tuo corpo sul mio, mi avrebbe farto perdere le staffe e con esse la constatazione che tutto stava solo volgendo verso la fine. Cosa volevi da me, eh? Se davvero non eri preso, perchè sei tornato? Paura di rimanere solo? Paura che il tuo amico fosse più maturo e mi potesse avere? Gelosia? Possessività? Malattia mentale. ]

Ho un pensierino per te... Ci vediamo dopo?

[Io percorro novanta km in cinque nano secondi con la mia mente, mi vedo sul tuo lettone, avvolta da questa stanza rossa, le luci soffuse, tu ancora tu, maledettamente tu. E arrivo sotto casa, è tardi, ma salgo in macchina e non importano le voci che mi dicono che sto facendo una cazzata, tu sei tu, ed io sono innamorata di te e questa è la magia del Natale.
Facciamo l'amore, dopo tempo che i nostri rapporti si erano svolti sempre da uno per l'altro e mai all'unisono. Il cuore vibra ed io non ci posso fare nulla.
Quella notte prima di addormentarmi ho letto un paio di poesie, quelle che mi avevi regalato qualche ora prima. E nei miei pensieri c'eri solo tu. Ancora non sapevo quanto male avrei provato.]

Andremo, faremo, vedremo.

[SMeTtilA DiO. Perchè non ti ho detto di smetterla e me ne sono andata via, risparmiandomi tutto quanto, risparmiando il tempo, il cuore, l'amore che ho elergito a gratis, proprio a gratis.]

Puoi fermarti a dormire fuori?

[Come se non avessi mai dormito da te. Ma tu intendevi fuori, fuori via farfarfaraway, lontani da tutto, solo noi. Salgo in macchina e mi lascio alla tua guida sicura, autostrade, io ancora non capisco dove tu mi stia portando, stanotte. Poi vedo le montagne sempre più vicine. A casa tua, in montagna. Mi stai rapendo volontariamente!]

Buongiorno panzerotto ripieno!

[Quattro lunghissimi giorni a vivere insieme, io e te, in montagna, immersi tra libri, neve e tanto amore. Qualche pensiero futuro l'ho fatto, me l'hai permesso di fare dopo tutta quest'intensità di cose. Sarà che io devo essere travolta, devo sentire la passione, sarà che tu dopo un inizio incerto mi hai dato tutte le prerogative per innamorarmi e non smetterlo di farlo mai.]

Scusami...ma io sono strano, non lo faccio apposta a escludermi, a escluderti.

[Io però non posso continuare a toccare il cielo con un dito e sprofondare nell'abisso più nero ogni due per tre. Io non posso sempre capire e non essere mai capita. Sai che periodo difficile sto passando, ben diverso dal tuo, ma sembra non interessarti.]

Accidenti passa in fretta il tempo!

[Già è così. Sono mesi intensi questi, di tutto e di niente, di te, di me, di noi. Ma forse non ti importava poi un granchè di quel noi, ma allora, perchè mi chiedo?
Sprecare tempo, forse, amore, se non ti andava poi così tanto???]

Io non posso starti vicino in questo tuo momento così delicato, ho già i miei di problemi, non posso proprio e forse non voglio neanche.

[Io crollo nella sala d'aspetto mentre con il cuore in mano spero che mia madre esca viva da quella operazione, crollo e piango per tutto. Mi fai schifo e ti amo. Mi fai schifo e sono innamorata di te. Mi fai schifo e.]

Tu sei La DonnA della MiA VitA e so CHE prima o POI mE nE reNDERò cOntO ma ora va BENe rimaNERE così... POter ParLArE.

[E tu sei rimasto ancora dopo anni l'unica persona che io abbia amato e anche se la cosa ti ha sempre stupito, ero innamorata di te.]

Ti lascio libero. Lascio libero il tuo pensiero.

Fly away . . .