sabato 7 aprile 2012

AD OCCHI CHIUSI.

Come una bambina, chiudo gli occhi e comincio a sognare.
La casa delle bambole diventa di mattoni, il tetto è fatto di tegole.
Nel giardino, un bel giardino curato, due cani si rincorrono abbaiando felici.
La porta d'ingresso padroneggia.
Si entra in un bell'ingresso, poi salone, cucina, dispensa, bagno.
Si sale e si scende.
Salgo e trovo al primo piano tre camere da letto e un bagno, salgo ancora e trovo due camere da letto e un bagno mansardati. Quelle saranno le camere dei miei figli.
Si scende e trovo una bella taverna per accogliere gli amici, una lavanderia e il box.
Tutto avvolto da un velo di magia, da una fantasia fanciullesca che nel tempo rimane solo alla fine, alla fine di tutti i pensieri, di tutte le cose da fare, di tutti i problemi da risolvere, di tutte le difficoltà e le avversità che incombano sulla strada.
Come una bambina, chiudo gli occhi e mi faccio abbracciare da questo sogno che lentamente inizia a cullarmi.
Mi lascio pervadere da una sensazione di t ranquillità nel pensarmi in quella casa, con la mia famiglia.
Lentamente mi addormento in un sonno che mi farà vivere la mia relatà parallela.
Ed al risveglio, un po' di malinconia.
Ma quasi quasi continuo a stare ad occhi chiusi.

martedì 3 aprile 2012

COLONNA SONORA.

Entro con la pesante borsa di pelle nera al braccio, le mie all star a pois ai piedi, il mio chignon sbarazzino e i miei occhiali rigorosamente neri e rigorosamente enormi. Troppo enormi.
Lei mi aspetta da un po' con davanti due tazze di un ottimo caffè d'orzo macchiato che non è un cappuccino, ma è un orzo macchiato.
Dalle casse parte una canzone che poteva essere benissimo una colonna sonora di un film, una colonna sonora di una di quei momenti che difficilmente dimentichi.
Mi siedo, le do un bacio e poso sulla terza sedia la borsa da cui escono fogli, appunti, penne, fazzoletti e foglietti di conversazioni avute durante lezione.
Il barista si avvicina con una scusa poco plausibile e ci dice che questa canzone è fantastica.
"E' una di quelle canzone che appena senti... non so... ti entra dentro ti conquista... ma poi lui ha una voce... E fatta proprio per voi due!"
Ci guardiamo e sorridiamo.
L'avevo appena pensato che era una bella canzone ma che addirittura fosse per noi, per i nostri lunghi incontri fatti di caffè e chiacchiere e poco pochissimo studio, almeno quello no.
Ma non mi dispiaceva pensare che un giorno forse avrei potuto scrivere ricordando un bar, una canzone, un pomeriggio che in questo momento era un pomeriggio qualunque.
"Riccardo non si fa più sentire, ha chiamato due sere fa, ci siamo visti, abbiamo fatto quello che abbiamo fatto, cioè...ho fatto quello che ho fatto... e ciao, chi l'ha più sentito..."
"Ma dai??? Pezzo di merda, io lo sapevo che faceva il figo che civettava perchè poi alla fine avresti ceduto e lui voleva solo quello...". Sono sempre stata troppo diretta nei commenti delle sue uscite, ma incredibilmente veniva scaricata sempre sul più bello.
Silenzio.
"Ho la pelle d'oca..." mi dice.
"Anch'io" rispondo.
Nel bar non c'è più nessuno, siamo passate dai caffè d'orzo ai bayles offerti e alla radio parte quella che è a tutti gli effetti una fantastica colonna sonora.
"Beh, vediamola così... mi sono divertita e non mi sono presa, quindi, morta li, mi farò più furba!"
"Beh, vediamola così, stasera ti passo a predere a Sassi alle 22, salgo sulla tua spider e ti porto a ballare!!!". Per me è stata una sorella dal primo momento che l'ho conosciuta. E stare con lei, portarla a conquistare il mondo non poteva che essere un onore. E mai avrei potuto fare diversamente.
"Ti faccio una proposta interessante... Piazza Vittorio e poi Chalet... è giovedì..."
"Non potremmo andare in posto migliore!"
Quello è il nostro posto. Quella è la nostra parentesi dove essere e fare tutto ciò che vogliamo. Dove ci sentiamo cariche da poter spaccare tutte, dove il tempo passa ma noi non ci stanchiamo, rimaniamo piene di energia dall'inizio alla fine.
Quello era il nostro posto. Era e rimarrarà sempre la nostra parentesi dove per poche ore abbiamo conquistato tutto ciò che c'era da conquistare.