sabato 18 febbraio 2012

BASTAVA.




Rimango ferma per mesi, anni.
Poi quella strana roba del tipo blocco dello scrittore si dissolve e ritorno a scrivere come facevo anni fa, una canzone messa a ripetizione per mezz'ora, un'ora, due tre.
E scrivo, libero le parole, trovo parole per dei pensieri che si mescolavano in testa ma che non erano chiari, decifrabili.
Nella vita si cambia, tante cose e tante persone con il tempo si perdono, si perdono abitudini, si perdono vizi per trovarne altri, si perdono persone per trovarne altre, si perdono passioni e se ne trovano altre.

Forse.
Con il tempo ho perso diverse cose e persone e alcune di queste cose e persone però, non hanno trovato sostituti.
Prima stavo guardando delle fotografie, di quelle che qualcuno fa in una serata strana, in cui vuole essere solo con la sua bottiglia di vino, in cui si fotografano portaceneri pieni di sigarette e un perizoma lasciato su un tavolino dopo una serata di passione. Tutto in un bel black and white che fa tutto più cool, più vissuto.
Mi sono ritrovata in quella foto, quando in mezzo ad una serata con gli amici mi bloccavo e spostavo leggermente per cogliere un particolare che mi faceva emozionare e bloccavo il tutto in una fotografia.
Mi sono ritrovata in un'età in cui indipendente su tutti i fronti affrontavo la vita con una grinta che ricordo bene. E se cadevo, mi fermavo, mi curavo, mi curavano gli amici, quelli che mi chiamavano a tutte le ore possibili e immaginabili e ogni sera mi portavano fuori a fare feste ignoranti.
Salto da una parte all'altra.
Sono un bianconiglio moderno.
Luci soffuse, ballo con un'amica e sono piena di me, felice per essere li e per aver "capito" che è ora di giocare, With or without you e due braccia mi abbracciano, una voce mi chiede scusa e una bocca mi bacia.
Un diluvio universale, una macchina troppo piccola non contiene le nostre parole, il nostro volerci ma non potere, un diluvio universale e tre piani di scale fatte rincorrendoci alle due di notte e finire abbracciati in un letto che fino a quel giorno era rimasto troppo grande.



Due amiche che salivano in macchina e l'importante era andare, ovunque per qualsiasi posto per qualsiasi arco temporale, l'importante era affrontare tutto insieme.



Una serata cominciata come una serata normale e finita con gente che mi chiedeva che pasta avevo mangiato ed io che rispondevo "tortellini" perchè l'ingenuità non è mica cosa da pochi.



Un messaggio arrivato il 23 luglio da londra con su scritto che mi voleva li con lui, con loro, per poter vivere quell'esperienza insieme ed io oltre la Manica, superata la Francia, in direzione Torino mi accingevo a iniziare una qualunque serata con una bel bayles.



Quei baci rubati per una vendetta troppo veloce, poco pensata, presa solo dall'incazzatura di essere tradita a pochi metri di distanza, quei baci rubati solo per far vedere che poco me ne frega di chi mi volta le spalle, che ho di meglio da trovare e l'avevo trovato in te quella sera - e non solo quella sera eri stato il migliore, lo eri in toto.



Entrare in casa facendo piano per non svegliare nessuno alle sei del mattino ubriache come poche, con i vestiti che gocciolano a causa di un bagnetto notturno nel Mediterraneo per poi esplodere in una mega risata e bussare su ogni porta con i tacchi e con i coperchi delle pentole, iniziare a fare aperitivo alle sette di sera in terrazzo e finire alle quattro del mattino a bere chupito e con un mazzo di rose regalato da poveracci che ancora credono che le donne le compri con una rosa.



Una spiaggetta di sabbia sottile verso la fine del fiume, una camicia a quadri stesa per terra e una ragazza sdraiata sopra, lui che dolcemente gli sposta un ciuffo di capelli dal viso e l'ama, l'ama come non l'avesse mai fatto prima. Due amanti che ogni volta che si incontravano sembrava che fosse la prima volta.



Un ritorno alle otto del mattino ascoltando Carla Bruni e chiedersi cosa ne sarà, sentirsi vuote e piene allo stesso tempo, sapere di aver fatto la cosa giusta con la persona giusta, senza un minimo di rimpianto, che oggi giorno già è molto.



Salire su in collina con il t-max, perdersi per poi trovare la strada giusta, tirare fuori due birre gelate e passare ore a parlare, a mettere il silenzioso ad un cellulare che continuava a squillava, a chiedersi come mai si aveva timore di una persona del genere, volerlo ma respingerlo, cercarlo ma negargli di avvicinarsi in un gioco di gatto e topo finito con un bacio che aveva aspettato due anni, incorniciato da un parco secolare che non lascia nulla al caso.



Una casa troppo piena, troppo piena, una pesantezza arrivata al limite, un incontro e qualche domanda, la telefonata il giorno dopo, una partenza organizzata in due giorni, quel fremore che si sente quando si fa qualcosa di eccitante e per la prima volta, un gruppo di persone mai viste che dopo un giorno erano come fratelli.



Un ragazzo arrivato un giorno che si presenta come un vecchio animatore, alto, abbronzato, simpatico, il classico che se le fa tutte ogni santa estate e a me che me ne frega sono partita proprio per purificarmi per farmi i fatti miei e non voglio casini e tu mi hai incasinata la sera stessa, tu hai cercato di iniziare la lista con me ma poi ti sei fermato, tu hai cercato di farmi capire che no nti saresti dimenticato di me e io che pensavo a tutto tranne alle tue parole, già sentite troppe volte per poterci credere, tu che dopo una settimana di partenza continuavi a cercarmi a chiamarmi ed io che iniziavo a chiedermi dove saremo finiti quanto amore ci saremo dati quanto male ci saremo fatti.



Tu mi hai incasinata la prima sera e a distanza di due anni e mezzo diventerò tua moglie.



Nella vita tante cose si perdono. Tante persone.



Bastava, fare a meno delle buone maniere.



Un ricordo a chi anche se sottovoce c'è ancora, senza amarezza ma solo con il fatto di aver condiviso un pezzo della loro vita con me.