giovedì 27 novembre 2008
FAVOLA SEMPLICE.
Ho letto senza respirare. Ho letto tutto d'un fiato aspettandomi una pugnalata.
Invece, senza respiro, mi sono trovata a piangere.
Le tue parole, nere su bianco, una conferma che cercavo, che aspettavo, che volevo sentire come fosse un tuo abbraccio.
Silenzioso e caldo per spezzare il gelo di questo malinconico Novembre.
Forse non ti ho mai raccontato di quanto mi sono sentita intrappolata, di quanto fosse piacevole la sensazione che si sente dentro al corpo quando si riesce finalmente a trovare unno spiraglio.
A volte mi piace risalire su quel treno.
Leggere quel messaggio, sentire dentro la delusione che sale, spegnere il cellulare e lasciare tutto dietro le spalle.
Camminare e conoscere gente nuova, guardare fuori e vedere solo immense distese di neve, entrare in una stanzetta piena di coperte usa e getta e trovare un ragazzo sdraiato che ascolta musica che mi fa segno di stendermi vicino a lui. Mi porge l'auricolare e ascolto quella canzone che ascolto ancora quando devo recuperare certe vibrazioni.
"Rimettila per favore" ho solo detto, prima di addormentarmi stremata da un lungo viaggio.
Un viaggio lungo che mi stava liberando da tutto.
Lontana e libera.
Resta sempre qualcosa dentro, dopo un viaggio, dopo un'avventura che ci ha catapultati in un mondo diverso, anche solo una notte.
E nel buio di questa stanza rossa, costruisco una fortezza, costruisco un castello, metto qualche cavallo bianco e nero sopra vallate di un verde troppo verde per essere verde.
Chiudo gli occhi e sento un profumo.
Quando riapro gli occhi, sono dentro ad un tuo abbraccio, dentro al tuo abbraccio avvolgente in cui mi rifugerei in ogni notte.
Silenziosa, mentre scrivo una favola.
Una favola semplice.
sabato 22 novembre 2008
VENTO DI RICORDI
Rapita in una notte nera, leggermente tiepida, nel cielo una sottile fetta di luna bianca, la collina illuminata, il cerchio magico risplende di luce propria.
Respiro a pieni polmoni, mi faccio inondare da questo vento che sa di passato, mi faccio circondare da questo vento che mi riporta lontana, con occhi dolci e il cuore sereno.
Ho preso una decisione molto tempo fa, ho preso una decisione e l'ho presa con razionalità senza metterci di mezzo malinconie e rancori.
Ma stanotte, questa notte vento limpidezza aria pulita luci sparse quà e là mi ha fatta tornare per un attimo.
Salite in mezzo alle montagne, imponenti e silenziosi.
Un manto di stelle sopra le nostre teste, seguo le indicazioni e vicino a me qualcuno si fida, si sistema comodo su un sedile troppo piccolo e lascia scivolare la testa di lato.
Sono sopra il mondo, stanotte.
Stanotte sto trovando la bellezza, la purezza, la perfezione.
Un quadro disegnato nei minimi particolari.
E quando scendo in mezzo ad una strada buia e alzando lo sguardo mi sento infinitamente piccola e quando ci guardiamo e non sappiamo come abbiamo fatto a perderci e quando arriva il vento, pulito profumato e intenso, mi sento viva.
Stanotte siamo in due strade diverse. Ma con serenità voglio ricordare, voglio ricordare come il mio cuore batteva, come i miei occhi erano stupiti, come quella notte mi sentivo nel posto giusto al momento giusto.
Stanotte guido, stanotte entro in una casa accogliente, trovo parole interessanti, trovo nel vino e nei miscugli alcolici quella leggerezza che serve sempre in certe situazioni, trovo sorrisi, trovo abbracci, non cerco e trovo.
E finisco, con in bocca il gusto del caffè, tra braccia forti.
In una notte dove il vento porta ricordi ci sono sempre delle braccia che mi circondano, che non vogliono farmi andare via.
Nel silenzio di questa stanza, mi alzo, mi vesto e taglio in due quest'aria tiepida che mi ha colmato un po' il cuore. In questa notte buia torno a braccetto con le fotografie della notte appena passata, con il vento dei ricordi da cui riprendo energie che stavo dimenticando.
" Aspettando questo vento che verso di noi viene e non si tiene, che porta qualcosa che senti ma che non si vede, si chiama fede o forse si chiama amore, l'unica cosa certa è che arriva e ti tocca il cuore..."
giovedì 13 novembre 2008
( . . . . . . )
Luci soffuse, musica che riempie questo locale, rimbalza su pareti dipinte male e di scuro per poi uscire ed arrivare fino alla riva del fiume.
La testa leggera, il corpo fluido nei movimenti.
Vengo circondata da un corpo.
Cappuccio in testa, si abbassa e mi bacia.
La sua lingua, la sua bocca.
Mi guarda. Io faccio un passo indietro, mi volto e vado in mezzo alla pista.
Conquista, cacciatore e preda che invertono i loro ruoli, pioggia che cade dal cielo, tu che appena puoi mi cerchi, mi abbracci, mi prendi, mi baci, mi volti le spalle, mi vuoi.
Conquista, un cuore pieno di sofferenza che cerca di risalire cercando squallido piacere in dieci bocche diverse, un corpo che vendi per cercare di dimenticare.
Birra in mano, cerco con lo sguardo in mezzo ad una folla saltellante e ubriaca di fumi di alcol, cerco trovo e mi dirigo.
Questo posto è come se fosse un insieme di emozioni e persone tra due parentesi.
Ciò che succede qui, succede solo qui, come se altrove non ci fosse la possibilità di farlo, come se altrove ci si sentisse troppo perfetti.
Lei vuole il suo regalo, lo cerca, lo vuole, lo chiede, le viene negato. Vuole solo il suo regalo! E davanti ad occhi che non si stupiscono di certe libertà ma che ne rimangono comunque sorpresi, mi offro per darle il suo regalo.
Un bacio, un lungo bacio in questa notte fredda, umida, stropicciata, che sa di passato, presente e futuro, romantica, allegra, bagnata, leggera.
La notte è ancora troppo giovane per noi.
Mi infilo tra le gente, passo davanti a persone che fanno la fila e intanto fumano, intanto ballano, intanto parlano e perdono di vista il bancone.
Ti ritrovo li, vicino a me, prendo la mia birra e tu ti abbassi di nuovo e mi baci e non la smetti di farlo e mi dici che davvero vorresti stare tutta la notte con me.
Cuore leggero.
Mi stacco leggermente, ti do un bacio, sorrido e vado via.
Tu stanotte starai con un altro corpo che non sarà il mio e non m'importa un granché. Ma se solo tu capissi che stai sbagliando, che non ci si cura così.
Guardo l'ora.
Tardi? Presto? In questo non luogo l'ora è relativa.
Ballo, ballo, mi tolgo il giaccone, la borsa, voglio ballare libera vicino a questi corpi, a queste bocche a questi sguardi che cercano conferme.
Ti bacio, mi baci,vi bacio, mi baciate, tutti e tre, un bacio a quattro che fa alzare il livello di ormone dentro queste parentesi, un bacio a quattro che si divide in tre, in due.
Lui che lo voleva così tanto, lei che lo ricercava, io che accoglievo tutto, l'altro che voleva ma non osava.
In questo non luogo tra parentesi in cui l'ora non conta, in cui ciò che si beve va sempre bene, in cui ci si sente liberi di baciare una donna, un uomo, una donna un uomo e un altro uomo, in cui va bene sentire la testa leggera, ecco, in questo posto, si è se stessi.
In questo posto la testa viaggia e crea una serie di immagini che tendono all'erotico e crea scene in cui ci si eccita davvero, porzioni di un film che si vorrebbe recitare.
Seducenti,
erotici
e liberi.
venerdì 7 novembre 2008
SCRITTA.
Travolta.
Da tutto quello che arriva per caso, che arriva una notte ed il giorno dopo va via, da tutto quello che arriva una notte e il giorno dopo lo si ritrova ancora.
Ammirata.
Da occhi che vorrebbero guardarti da più vicina ma non si osano, da visi che sembrano spavaldi e furbetti ma che nascondo timidezza e timore.
Amata.
Per la semplicità, per la schiettezza, per gli abbracci, per le parole di conforto, per le ciucche, per i pianti, per le risate, per la maturità, per la tua comprensione che metti sempre prima di tutto.
Amica.
In ogni dove, sopra ogni impegno, sopra ogni tuo problema, mamma e psicologa, ascoltatrice, consigliera, ragazza, donna, amica, amica e basta e non part time.
Ricercata.
Da una bocca a cui non la si vuole dare vinta, da una bocca che poi ti fa cedere e ti fai racchiudere, investire da un'emozione inaspettatamente dolce.
Sperduta.
In balia di queste onde autunnali, in balia di quei baci ad occhi chiusi, calmi, intensi, senza un perchè. Solo il bisogno dell'altra persona.
Avvolta.
Da braccia amiche, da braccia forti che non vogliono farti andare via, stanotte, da un corpo che starebbe disteso vicino a te per coccolarvi.
Convinta.
Che a tutto c'è un perchè. E di perchè ne è piena la vita.
Alcuni vanno lasciati liberi di sperdersi nell'aria, altri, beh, sta a voi ricercare in ogni dove, un segno, una risposta.
Serena.
Perchè proprio quando smetti di credere nelle persone, arriva qualcuno che ti fa ricredere che tutto è possibile.
Tutto.
E'.
Possibile.
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