giovedì 13 novembre 2008
( . . . . . . )
Luci soffuse, musica che riempie questo locale, rimbalza su pareti dipinte male e di scuro per poi uscire ed arrivare fino alla riva del fiume.
La testa leggera, il corpo fluido nei movimenti.
Vengo circondata da un corpo.
Cappuccio in testa, si abbassa e mi bacia.
La sua lingua, la sua bocca.
Mi guarda. Io faccio un passo indietro, mi volto e vado in mezzo alla pista.
Conquista, cacciatore e preda che invertono i loro ruoli, pioggia che cade dal cielo, tu che appena puoi mi cerchi, mi abbracci, mi prendi, mi baci, mi volti le spalle, mi vuoi.
Conquista, un cuore pieno di sofferenza che cerca di risalire cercando squallido piacere in dieci bocche diverse, un corpo che vendi per cercare di dimenticare.
Birra in mano, cerco con lo sguardo in mezzo ad una folla saltellante e ubriaca di fumi di alcol, cerco trovo e mi dirigo.
Questo posto è come se fosse un insieme di emozioni e persone tra due parentesi.
Ciò che succede qui, succede solo qui, come se altrove non ci fosse la possibilità di farlo, come se altrove ci si sentisse troppo perfetti.
Lei vuole il suo regalo, lo cerca, lo vuole, lo chiede, le viene negato. Vuole solo il suo regalo! E davanti ad occhi che non si stupiscono di certe libertà ma che ne rimangono comunque sorpresi, mi offro per darle il suo regalo.
Un bacio, un lungo bacio in questa notte fredda, umida, stropicciata, che sa di passato, presente e futuro, romantica, allegra, bagnata, leggera.
La notte è ancora troppo giovane per noi.
Mi infilo tra le gente, passo davanti a persone che fanno la fila e intanto fumano, intanto ballano, intanto parlano e perdono di vista il bancone.
Ti ritrovo li, vicino a me, prendo la mia birra e tu ti abbassi di nuovo e mi baci e non la smetti di farlo e mi dici che davvero vorresti stare tutta la notte con me.
Cuore leggero.
Mi stacco leggermente, ti do un bacio, sorrido e vado via.
Tu stanotte starai con un altro corpo che non sarà il mio e non m'importa un granché. Ma se solo tu capissi che stai sbagliando, che non ci si cura così.
Guardo l'ora.
Tardi? Presto? In questo non luogo l'ora è relativa.
Ballo, ballo, mi tolgo il giaccone, la borsa, voglio ballare libera vicino a questi corpi, a queste bocche a questi sguardi che cercano conferme.
Ti bacio, mi baci,vi bacio, mi baciate, tutti e tre, un bacio a quattro che fa alzare il livello di ormone dentro queste parentesi, un bacio a quattro che si divide in tre, in due.
Lui che lo voleva così tanto, lei che lo ricercava, io che accoglievo tutto, l'altro che voleva ma non osava.
In questo non luogo tra parentesi in cui l'ora non conta, in cui ciò che si beve va sempre bene, in cui ci si sente liberi di baciare una donna, un uomo, una donna un uomo e un altro uomo, in cui va bene sentire la testa leggera, ecco, in questo posto, si è se stessi.
In questo posto la testa viaggia e crea una serie di immagini che tendono all'erotico e crea scene in cui ci si eccita davvero, porzioni di un film che si vorrebbe recitare.
Seducenti,
erotici
e liberi.
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3 commenti:
E' stato BELLISSIMO.... e parlo della serata e del modo in cui l'hai descritto..........
..
a volte è N E C E S S A R I O trovare il proprio luogo tra due parentesi,con le proprie emozioni tra parentesi,e persone disposte a vivere tra parentesi con te,almeno per un attimo.
un posto dove l'ora non conta,l'essere normali non conta,l'essere trasgressivi non conta,l'avere P A U R A non conta.
Dove cio' che conta di piu' è vivere.abolendo i propri schemi mentali,anche quelli fortemente radicati.
..
e quanto si sta B E N E quando ci si libera di tutto...
..
Esistono luoghi reali dove ogni dove e come è concesso. E poi, lentamente, muore con il ritorno alla mondanità.
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