martedì 9 settembre 2008

LA PRIMA TUA GEISHA

Non la seconda, neanche la terza.
Non quella che è brava, accondiscendente, non quella accattivante.
Non quella provocatrice, non quella che ci sta solo subito e solo una notte.
Non quella che guarda con occhi da gatta, non quella che sta a strani giochi.
Neanche quella messa in angolo e considerata solo in momenti magri.
Non l'amante, non l'amica, non l'amica amante.
Se bisogna essere, bisogna essere la prima.
Solo la prima.
E quando si è la prima, si può essere niente e tutto.
Puoi conquistare una persona, lasciarla stordita e poi non essere capaci a continuare a mantenere quel ruolo, perdendosi per strada, chissà dove, chissà in cerca di cosa.
Oppure,
puoi conquistare una persona e ammaliarla, stupirla con piccole note profumate tutti i giorni, cercando di andare sempre più giù, nel profondo, volendo essere l'unica in grado di poter dare certi piaceri.
Volendo e agoniando di essere l'unica a farlo, di essere l'unica a farlo eccitare con uno sguardo, di procurargli curiosità mista ad eccitazione con poche parole, con un silenzio.
E allora è qui che scatta,
è qui che l'unica, l'unica che vuole essere tale, può essere tutto quanto.

Donna,
provocatrice, geisha,
suora, santa, madre, amica,
dolce, cattiva, orgogliosa, fredda, calda.

Come le cosce che apre solo se vuole, solo a chi sa che può dargli il giusto tremore, solo se sa che può essere soddisfatta.

La prima.
La prima e l'unica che uomo possa desiderare.

Lì solo per lui,
per i suoi vizi, per i suoi capricci,per le sue risate, per le sue passioni,
per le sue debolezze, per le sue lacrime, per le sue gioie, per le sue incazzature, per le sue libertà.
Senza mai dimenticarsi, innanzitutto, di voler bene a se stesse.
Solo così ci si può dare completamente.
Senza paure o timori.
Semplicemente con tutte se stesse.
Come se, ogni istante verso la conquista del nostro primo posto, stessimo danzando,
come se stessimo facendo l'amore.

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