domenica 7 settembre 2008

BASTA CHE SIA.


Come una grande mano.
Che un po' protegge e un po' distrugge.

Come la sua mano che un po' mi scalda e un po' mi congela.

Una bocca che un giorno pronuncia parole di conforto e il giorno dopo ti stendono, veloci, rapide, inaspettate, taglienti.

Da quella bocca che invece vorresti essere rassicurata, rallegrata, da cui vorresti sentire parole che ti portano fortuna, gioia.

Invece, solo una lingua tagliente, invece solo una lama che però non fa male.

Non ci sono problemi se quella mano pesante vuole distruggere una bella emozione.
Che per quanto possa durare, è una bella emozione.
Punto.

E tutto è come prima, come se non fosse successo nulla.

Lui entra in casa, pimpante e abbronzato.

Porta una ventata di Messico e di semplicità.

Parla, parla felice come un bimbo che ha appena aperto un regalo tanto atteso, parla e guarda negli occhi.
"Voglio una donna che sia donna, che voglia una famiglia, che voglia dei figli, che stia a casa se vuole, non ci sono problemi, ma che sia una donna e una madre come dir si voglia!".

Sorrido.

Sarà normale il pensiero rapido che passa nella testa.

Quattordici anni di differenza cosa vuoi che siano se la meta è unica.

Mai un pensiero simile aveva raggiunto anche solo per sbaglio la testa.
Travolta da un'insolito destino nell'azzurro mare d'agosto o settembre, sempre azzurro, sempre mare, sempre destino.

Che sia fatato o fatale.

Che sia Destino.

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