mercoledì 5 marzo 2008


Ho sentito.
Ho sentito che nel tuo silenzio c'era qualcosa.
L'ansia che di notte non mi faceva dormire.

Il sonno che non riusciva a conciliarmi ma mi faceva lottare e rigirare nel grande letto.

Tu chissà dov'eri.

E viene da chiedersi come mai tutto questo.
Come mai ti sento nello stomaco, come mai collegavo la mia ansia a te.

Come mai sentivo il tuo malessere.
Senza averti mai sentito, senza averti mai toccato.
Stupita.

Come prendere un foglio in mano regalato dal bimbo stupendo con le fossette e i capelli scuri.
Come prendere quel foglio e vedere scritto il proprio nome e non avere più stanchezza addosso.

Aspetto in bilico.
Un colpo di vento.

Per affondare.

Nelle tue braccia.
Per sentire.

Nella mia testa.

Il battito del tuo cuore.
Per sentire.
Sulle mie mani.

L'odore del tuo respiro.

Tra i miei capelli.

L'odore di una canzone.
Suonata al buio.
Nessun'altra ansia. Il letto stanotte sarà giusto.
Mi girerò solo per vedere se i tuoi occhi chiusi fanno dolci sogni.

2 commenti:

AndreA ha detto...

E' bello sentire l'altro nell'aria, ignorandone l'esistenza.....

;-)


Buona notte! :-)

Fabioletterario ha detto...

Ho letto questo post con Kharmakoma nelle orecchie... E non ti dico che bello!