domenica 3 febbraio 2008
DESTINO
Sperare con tutte se stesse che sarà come dovrà essere.
Che lui ci travolga mentre sistemiamo carte e documenti su delle scale un po' troppo scomode, che ci prenda e ci faccia sentire quella passione che dio, manca e manca da morire.
Manca come il sole in questo fine settimana ed è necessario come una boccata d'aria fresca dopo un'immersione un po' troppo prolungata.
Sentire il corpo, il nostro corpo, rispondere a quella violenza trasmessa solo a sguardi, rispondere a quel suo supplichevole corpo che ci ammalia.
Streghe di quello che è il destino degli altri, streghe di quello che vogliamo ardentemente e sembra difficile ottenere. Per poi lasciarsi a mani che sanno come prendere, come toccare, come farci gemere.
Di un dolore che è solo piacere.
Piacere negato da altri, ritrovato in altri.
Rispondere al suo circondarci il corpo con le gambe, ai suoi baci sul collo, al suo respiro, di nuovo, sulla nostra pelle, ai suoi baci nella nostra bocca che ci riempiono che ci fanno inarcare la schiena e riaccendono il ventre.
Sperare con tutte noi stesse che sarà come dovrà essere.
Che lui tornerà e sconvolgerà questo corpo, come quella notte, come l'altra notte, come ieri.
Come riesce sempre a fare.
E piegarci al suo cospetto per tentarlo, per farlo piegare al nostro, di cospetto. Così che senta sulla sua di pelle il bisogno della nostra carne, del nostro sapore, del profumo del nostro respiro.
Mentre respirando affannosamente sfioriamo il suo petto con il nostro seno nudo.
E quei brividi oramai così lontani, a volte neanche cercati per non sprecare tempo, tornano così, all'improvviso, nel dimenticato tempo che viviamo ogni giorno.
Poi la sua mano accarezza il nostro corpo prima di abbandonarlo per quella notte e ci lasciamo andare in un viaggio tra arpeggi e sensazioni diementicate.
Streghe di quello che lui proverà domani.
Streghe di quella decisione che lui prenderà domani.
Streghe del tempo che imperterrito porta via qualcuno per donarcene un altro.
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