domenica 6 gennaio 2008

TRAMBUSTO


Chi ha paura batti un colpo. Perchè in questo silenzio affogo.
Perchè questa ironia ammazza più di parole ben dette.
Un corpo perfetto si avvicina, mi prende e mi colma di liquido d'amore mentre con le mani mi sfiora.
Sogno mentre i miei occhi seguono ammaliati scene di un film strano.
Un ritorno che ferisce una partenza che si vuole programmare, lontana, verso braccia che mai mentiranno, braccia amiche che ameranno incondizionatamente, una partenza che diventa ogni giorno più verace e più difficile.
Qui non c'è nulla che mi tenga. Non un corpo, non un sentimento, non persone indispensabili, perchè anche se ci fossero, all'improvviso riuscirebbero a ferirmi.
Una pugnala data sotto un raggio di sole così con quella velocità che i colibrì sbattono le ali, con quella velocità di una stella cadente.
Eppure. Eppure.
Nonostante questo sangue, nonostante queste gocce di sangue che macchiano la neve bianca non mi sento sconfitta.
Mentre dormo una mano silenziosa mi schiaccia dolcemente il naso.
La scena più dolce.
Mentre sono sdraiata sul divano chiedo un abbraccio e una persona si sdraia su me e mi abbraccia con il calore del suo corpo.
La scena più eccitante.
Scene, tante scene, infinite scene, parole scritte, buttate, cancellate, tenute serrate per permettere alla felicità di spargere il suo seme anche nel tuo grembo.
Partorirai nostro figlio. Senza che tu ora sappia nulla.

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