domenica 2 dicembre 2007

LA VETRINA


Vetrina. Il mio riflesso su di essa. Dietro qualche vestito alla moda, taglia 40, in cui credo non ci entrò mai.
Al diavolo le magre. I miei rotolini amorosi dududù dadadà li ho e me li tengo!

Nella vetrina si riflettono altri corpi, alcuni si tengono per mano altri camminano vicini e sorridono, scivolando da destra a sinistra.
Poi d'un tratto tutto si blocca.

Tempo, anime solitarie, anime divise, anime felici e tormentate.
Tutto si blocca in quella vetrina.
Dammi solo un minuto. Cambiare. Una stella che mi guidi dove sei.
Cerco le parole per spiegare quello che poteva nascere ridare luce ai giorni miei.
Nasce la voglia.

Che c'è di male.
Nel rimanere senza più parole. Bloccata in questo specchio.
Che riflette cose e persone, in una Torino ben illuminata, tra un vento freddo che fa tirare su con il naso.
Tra vestiti da milletrecentosessantaquattro euro e un'offerta di due jeans da uomo a settanta euro.

Dentro questa vetrina posso vedere e sentire tutto. Posso lasciare bloccati anche i miei sentimenti.
Posso vedere i suoi occhi che guardano qui dentro e sono tutta da un'altra parte. Posso vedere il suo cuore battere così forte da sentirne le vibrazioni.
Posso vedere lei che si aggiusta il ciuffo e dentro ha una malinconia che se potesse liberarsene illuminerebbe il mondo.
Mi piaci come sempre forse anche di più.

L'amore non è razionalità non si può capire.
La città viaggia veloce, immersa in una eterna canzone che accenna pezzi di verità assolute.
Ogni parola scambiata qui davanti si riesce a sentire, ogni pensiero pensato si riesce a vedere, ogni gesto visto si riesce a toccare.

Profumo.

Un'ondata di profumo mi riporta al di là.
Davanti alla vetrina. Il mio riflesso su di essa. Dietro qualche vestito alla moda taglia 40.
E loro che mi prendono per un braccio e sorridenti mi trasportano un po' più in là.

Lontano da quella vetrina cattura sogni.

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