sabato 1 dicembre 2007

QUESTA NOTTE.


Stanotte l'aria sa di neve.
E' fresca il giusto per rinchiudersi in macchina e andare a bere un bicchiere di vino con qualche amico.

Sono in ritardo di un'ora i miei amici e quando citofonano, mi catapulto nel mio cappottino verde scuro e scendo in picchiata i miei tre piani, senza maledirli per l'attesa.
Stanotte nell'aria c'è qualcosa di dolce.
Come se qualcuno fosse volato quà e là sparpagliando minuscole molecole di miele.
Un viaggio, più o meno lungo, che unisce gli animi.
A volte si crede di essere arrivati a destinazione di un proprio progetto personale ed invece è solo l'inizio.
A volte ho creduto che imparando a ghiacciarmi il cuore, più niente e nessuno avrebbe potuto perforarlo e ferirlo, nuovamente.
Quando sono una piccola passeggera distratta, così, la mia mente va, corre libera, immagina cose che, una volta scesa, me ne vergognerei un poco.
Entriamo nel localino anni sessanta, curioso ed accogliente.Anche qui nell'aria c'è qualcosa di dolciastro.
Più in là, un signore sulla cinquantina, fuma davanti ad un Jack un sigaro profumatissimo.

Ci sediamo e accogliamo in noi questo buon vino bianco che ci mette poco a far girare la testa.
Sento troppo caldo qui dentro così mi infilo il cappotto ed esco fuori a risvegliare i sensi, un po' assopiti.
"Cos'hai?" mi chiede. "Nulla...! Solo... un caldo... questo vinello..." e rido, di quell'allegria stupenda che mi viene bevendo.
"Dicevo prima, ti ho vista strana in macchina... come se fossi in un altro mondo! Ok che tu sei di un altro mondo!"mi dice, schiacciandomi il naso con il dito indice. "Io? Ah... stavo immaginando. Mi piace guardare fuori dal finestrino e pensare a tutto a niente. Poi sai come son fatta...!" e mi tuffo nelle sue braccia che stranamente mi accolgono in un abbraccio.
"Stanotte l'aria sa di neve..." dico con la faccia nella sua giacca.
"Stanotte non dovevo essere qui. Ma è meglio così... meglio... si", dice, forse guardando un po' in lontananza.
Quante cose vorrei dirgli. Quante. Eppure non mi sono uscite altro che misere parole.
"Te l'ho detto... Un po' va bene, ma poi devi metterti tu davanti ai bisogni degli altri. Davanti a loro. Senza aspettare i loro porci comodi. E una così ti piace? Ma per favore...!" sorrido e gli do una spintarella che lo fa ondeggiare un poco; "Eh... fosse semplice! Non si sceglie chi amare, chi farsi piacere, a chi dare il nostro affetto."dice guardandomi.
Non so più rispondere o forse si.
Potrei dirgli che la vita è così bizzarra da regalarti persone di cui non puoi fare a meno neanche un giorno di sentirle, ma che per una propria fissazione teniamo relegate nel cuore dall'altra parte della passione. Potrei dirgli che a un certo punto quest'aria potrebbe diventare neve.
Potrei semplicemente abbracciarlo e dirgli che arriverà.
Arriverà il nostro piccolo amore.

Ma gli accarezzo il viso ed entro.
A volte le persone si aspettano conforto, si aspettano comprensione, si aspettano un mondo di cose che d'altro canto, si aspettano un gesto o un segno per far cominciare a girare il mondo al contrario.
Saliamo in macchina, questa volta l'aria è più fresca, le macchine sono leggermente ghiacciate e i nostri corpi caldi di un liquido che sistema tutto.
Davanti cambiano cd fino a lasciare quelli da atmosfera, quelli che non vanno ascoltati in queste condizioni.
A volte lo guardo nello specchietto. Mi chiedo cosa sarebbe successo se non ci fossimo conosciuti. Avrei meno amore da dare e non avrei tutta questa serenità nel petto che spinge, che vuole esplodere, dentro quest'aria dolciastra.
Non avrei sicuramente e semplicemente lui.
Essenziale direi. Una di quelle persone che la vita, in modo magico, ti fa incontrare sulla tua strada.
Stanotte, dentro al bicchiere di vino bianco, tra l'aria che sa di neve e a tratti è dolciastra, stanotte dentro al suo abbraccio e al suo guidare sicuro, stanotte tra i sorrisi e l'allegria, stanotte ho visto una stella cadente.
Che portava con se tutto un mondo ancora da scoprire.

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