mercoledì 5 settembre 2007

QUESTA è VITA...!

Forse è il caso di non prendersi in giro. Davanti ad un Amaro Lucano non si può piangere, non si può gridare, solo sorridere e vedersi illuminare la via. Quella che neanche mezz'ora prima era rimasta al buio.
Non c'è nessun problema perchè si capisce che la necessità è ben altra che il falso rispetto e le false parole di abbindolamento.
Buttando giù l'amaro in un solo colpo rimango sospesa tra discorsi troppo complicati anche da spiegare, non solo da capire e mi ritrovo a correre attorno al tavolo per scappare dalla furia alcolica di un amico che non si da pace tra le parole "amore" e "scopata".
La testa diventa leggera portandosi con se il cuore, l'anima e il corpo rimasto intrappolato per troppi giorni in giri di valzer andati a male come la mostarda aperta e dimenticata li, nell'angolo gelido del frigorifero.
Apro le finestre e faccio entrare l'aria fresca di questo settembre cominciato libero e il sole che mi ha assistito in uno strambo percorso di meditazione fai da me e che ancora riscalda questa pelle.
Il telefono squilla. Tutto il giorno. Amici che mi chiedono come va, vecchi amici che mi fanno sorridere di gusto, persone che timidamente mi fanno capire che vorrebbero avere il coraggio di uno slancio nei miei confronti, persone che direttamente mi dicono che vogliono farlo quello slancio, ora, dopo o domani ma che vogliono e basta, un'amica che mi fa davvero dire "Cacchio noi due siamo nate per devastare un po' questo mondo e godercelo quando e come diciamo noi!", un ex che non appena la sua vecchia e ritornata ragazza riparte mi scrive chiedendomi di vederci una sera.
Avessi da dire tutto,guai...Mi verrebbe proprio da fare come gli inglesi che nei parchi salgono sulle "box" e dicono ai quattro venti cosa diavolo gli passa per la testa, senza bip che coprano parole tipo "bastardo", "puttanella da quattro soldi",
"coglione", "teste di merda", senza che nessuno possa ribattere o tirarti giù e fracassarti il naso, al massimo, qualche uovo o pomodoro qua e la. Ma dove sarebbe il problema se magari in quell'occasione ci si potesse spogliare di tutte le cose da dire a chi ci riempie la vita di gioia o magari la rovina un giorno si e l'altro forse?
Sputare in faccia quello che dal cuore arriva direttamente alla bocca, senza passare dal cervello che quello lì razionalizza e tramuta tutto. Sputare in faccia sentenze senza paura di rimanere l'unico grido in quella giornata.
E rendersi conto che nel momento in cui perdiamo qualcosa, attorno a noi tutto continua magicamente il suo corso, anzi, ci raccoglie e ci immerge all'istante senza permetterci di capire dove siamo finiti.
Così, dell'atto di abbandono, non ci rimane che uno sbiadito ricordo o un fermo immagine.
Mentre noi siamo già in corsa in quella vita che ci eravamo scordati di avere, fatta di sorrisi, di provocazioni per sentirci belle, ammirate, volute e desiderate, di serate in compagnia, di ciucche prese a casa di amici mentre ci si sfida al karaoke, di ciucche prese tra gente che ti dice "ciao" senza averti mai vista, di bisogno di sentire, ancora una volta, quell'adrenalina che stimola alla gioia e alla voglia immensa di dire ricomincio.
Sapendo che al mio fianco ci sono solo persone disposte a stare bene con me.
Con le quali perchè no, cercare disperatamente la macchina alle due di notte, a serata appena iniziata ma noi già allegri, così allegri da morire d'infarto nel non trovarla, da morire dal ridere nel trovarla poi sotto ai nostri occhi, entrarci, accendere lo stereo, girare una trulla e stare li, in quel mondo di beltà.
Se questa non è vita... ditemi voi!




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