domenica 3 giugno 2007
SOLOPERME
Oggi parlo di una passione che sento nel cuore, nell'anima, da tutta una vita.
E non c'è spiegazione logica.
Nata in Italia da genitori italiani, piemontesi per esattezza.
Colorito della pelle sempre di un marroncino scuro, che sin da piccola mi faceva passare per una bimba di un altro paese, adottata, e mia madre che ridendo, diceva che era sua quella bambina moretta.
Non so perchè.
A volte se lo sono chiesti anche i miei genitori, alcuni miei amici.
Da piccina, mio padre metteva qualche disco di musica da ballare, potevano essere ad esempio i Gipsy King, ed io davanti a tutti, ballavo, sculettavo a ritmo di musica, sentendomi libera sotto gli occhi sorridenti dei grandi.
E non mi imbarazzava nulla, non mi imbarazzava nessuno.
Ai Mondiali del 1990, mi sono fatta comprare la bandiera del Brasile e passeggiavo sicura e fiera di me, tenendola tra piccole mani deboli di bambina di cinque anni e poco m'importava essere italiana.
Perchè io stavo vicino a loro, seguivo la loro musica, sventolavo la loro patria esattamente come se fosse stata anche la mia.
Non so perchè.
Ho sempre sentito forte questo paese dentro me e crescendo davvero ho creduto di essere stata adottata, ma niente, ero e sono nata da genitori italiani con origine italiane, al massimo deviate al francese.
E tutto si fa più forte ed intenso quando conosco un ragazzo italo-brasiliano. Che mi fa percepire la serenità che la loro cultura trasmette, la bellezza dei suoni, dei colori, delle fragranze, del vivere in modo semplice e senza stress.
Difficile, direte voi, ma vi assicuro che la sua presenza è fondamentale per il mio cammino.
Ma lui si è accostato a quel sentimento che già sentivo mentre guardavo, raggomitolata per terra vicino al letto, quegli scatti fatti a Salvador De Bahia dai miei cugini.
Guardavo silenziosa quei piccoli angioletti moretti e mi ripetevo come una formula magica: "Devo andare, devo andare in Brasile, devo andare in quella terra che sento così forte senza averla mai toccata,vista, vissuta, se non attraverso occhi altrui..."
Ed oggi mi sono svegliata.
Venti due anni fatti da un mesetto e qualche giorno.
Il mio amico ancora presente nella mia vita, mio cugino che con la cena a casa sua qualche settimana fa mi ha di nuovo inondata di quella magia, e poi questo calendario.
Ogni fotografia rappresenta angoli di mondo lontano, scene di vita quotidiana.
E se si sfiora dolcemente il dito sopra ogni singola foto, si viene catapultati ogni giorno di tutto l'anno a Bahia, con i loro odori, i profumi della vita di quei bambini.
Della loro vita.
Questa è magia, questa è vita, questo è ciò che serve per poter dire "Ho vissuto intensamente".
Povertà circondata da un sorriso, circondata da braccia che ti stringono forte.
E sai che li, in quel posto potresti trovare davvero il senso della tua vita.
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