La sincerità non è uguale per tutti.
Ci si fa prendere dall'entusiasmo, dal bisogno di provare qualcosa che si era scordato.
Un profumo, un sentimento, un'emozione, una parola detta piano, una libertà di ridere e sentirsi leggeri.
Dentro si sente muovere qualcosa. La bocca dello stomaco è chiusa.
Il cuore è aperto. Aperto e puro come quello di un bambino.
E non si pensa a nient'altro, a nessun altro.
Si vive sbattendo la testa credendo, auto convincendosi che è quello è ciò che si cercava,
che quello è ciò di cui si ha bisogno.
C'è chi lascia il passato e si volta andando verso una strada dettata da una sincerità scoperta e tirata fuori con le tenaglie.
C'è chi non accetta la sincerità altrui.
E' come se tutti, per un certo tempo, avessero viaggiato sulla stessa linea d'onda, con le stesse motivazioni, la stessa gioia, lo stesso cuore, la stessa capacità di capirsi dai silenzi.
Poi un giorno, qualcuno si rende conto che non è così e dice che è il caso di essere sinceri e prende la porta e se ne va. Senza tante spiegazioni sensate.Senza ascoltare i suoi compagni di viaggio.
Per loro quella non può essere sincerità.
Per la ragazza lasciata così, di punto in bianco quando tutto sembrava perfetto quando tutto sembrava protetto dal male, la sincerità di lui che le scrive che non vuole sconvolgere i suoi equilibri,
non può essere razionalizzata come sincerità.
Quello che uno pensa sia giusto e sincero per altri è tagliente e mortale.
Come un colpo di pistola.
mercoledì 16 maggio 2007
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