lunedì 8 giugno 2009

TRENO.


Treno.
Di quelli che arrivano una notte, si fermano e ti fanno salire.
Come benvenuto, un sorso di birra fresca e finestrini abbassati che fanno entrare l'aria fresca.

Un treno che va, senza nessuna destinazione, senza una tempistica prefissata.

Solo un treno carico di qualcosa che serve e si sa con la certezza più certezza che ci sia, che bisogna trarne tutto il buono che c'è.

E quando ci si guarda attorno, questo treno diventa lungo, immenso, quasi comodo, quasi atteso, inatteso, respinto, voluto, richiesto, preso.

Salgo e non mi volto.
Non voglio voltarmi e guardare nessuno, non voglio voltarmi e sentirmi dire che dovrei cercare di essere stabile, di smetterla di ricercare chissà cosa in chissà chi, sempre alla ricerca per poi finire con le mani vuote, non voglio sentirmi osservata come una che sa viversi la vita pur rimanendo libera.
Salgo e non ci penso più.
Non penso alle complicanze, non penso se è giusto, sbagliato, bello, triste, scontato, troppo erotico, poco affettuoso, segreto, senza scopo, inutile, utile, salgo e non penso a niente, niente e poi niente.
Salgo e sto bene.
Sto bene li, sto bene su questo treno che accelera, che taglia in due campi arati illuminati dalla luna piena.
Poi dentro me, l'umore comincia a danzare.
Le nuvole ricoprono la luna, così grande così piena così madre, ed io danzo seguendo il mio umore e tutto diventa scuro e non si vede più nulla e l'aria diventa sempre più fredda e c'è così tanto silenzio e in quel silenzio mi chiedo quanto ancora dovrò danzare e in quel silenzio risuona l'unico nome che non avevo intenzione di sentire e dire mai più in tutta la mia vita.

E allora credo che danzerò ancora stanotte,
su questo treno che per ora va, senza meta,
su questo treno che tanto, prima o poi, si fermerà in qualche stazione
e
partirà da un altro binario.

Ma domani, svegliandomi con le gambe indolenzite, guarderò fuori.

Magari ci sarà un bel sole che illuminerà la giornata, magari ci sarà la pioggia che porterà via questo ultimo straccio di ricordo.
Ma io continuerò a camminare su questo treno, guardando fuori dai finestrini aperti, spostandomi all'indietro quando passeranno gli altri treni in senso opposto, ascoltando una canzone, una sola, sorridendo ad un mondo già visto ma che sto riscoprendo.

Passo dopo passo, chilometro dopo chilometro.

Sicuramente alla ricerca di qualcosa, ma chissà cosa . . .

3 commenti:

me, just an Italian man ha detto...

signorina.. mi scusi se la disturbo ma.. mi farebbe vedere il biglietto? sono il controllore..
(in ogni treno arriva il momento in cui passa il controllore)

Buon viaggio
Luca

prendimi l'anima ha detto...

i treni e lestazioni hanno sempre qualcosa di afascinante.....mi sembre che i treni vadano sempre dritto anche quando ci sono le curve...un abbraccio

Clelia ha detto...

Mi son sempre piaciuti i treni senza meta... ci portano sempre in posti inaspettati.

Complimenti per il blog

Clelia