Buchi neri che dovevo oltrepassare, neri e così stretti da togliermi il fiato.
Scale che ho fatto per vent'anni che all'improvviso diventavano infinite e le sue mani tese verso di me, irraggiungibili.
Apro la finestra.
Arriva una ventata di buono, di intenso odore di fiori.
Fiori rossi, viola, gialli, blu, rosa, fucsia, bianchi, fiori profumati, fiori silenziosi, fiori.
Ora sono qui.
Inondata dal sole, una volta superato quel buco nero ed arrivata al mio mondo che conoscevo nei minimi particolari.
Due stanze opposte.
Una stanza con toni sul verde, silenziosa e calma, rilassante, una stanza facilmente associabile ad uno studente. Un corridoio porta all'altra stanza, le pareti, piene di libri.L'altra stanza, tonalità sul rosa caramella e tende leggere, giochi di una bambina, culle e bambole, lettini piccoli, tende basse che lasciano intravedere scatoloni di vestitini e cappelli per travestirsi da grandi.
Ma quella scala infinita, è rimasta così e dopo la centesima volta c'è stata la spiegazione razionale.
Non si prendono le mani di chi le allunga solo quando vuole, solo quando sa che fa comodo più a se stesso che all'altra persona.
Mi sveglio.
In mezzo ad un buon odore e a tanti cuscini.
Un corpo vicino al mio respira silenzioso. Sfiorati nella notte per trovare il sonno, sfiorati per rispetto, sfiorati perchè c'è ancora chi crede in qualcosa, sfiorati perchè le tappe si bruciano ma certe cose no, sfiorati perchè il tuo odore mi è piaciuto, sfiorati perchè siamo stati cosa siamo.
A piedi nudi attraverso la casa silenziosa, guardo fuori. La città ai miei occhi è pura, sfiorata da un tenue sole che inizia ad albeggiare.
Sospiro e mi riempio i polmoni di qualcosa di più grande di me.
Mi sveglio.
Mi alzo da questa coperta di lana e resto ferma, la testa gira, in bocca un gusto dolce di vino, metto i miei grandi occhiali neri e guardo attorno. Chi seduto parla, chi dorme, chi si bacia, chi fuma, chi mi fa un sorriso e mi porge quello che c'è da porgere, chi corre a perdifiato alla ricerca di un pallone, chi mi salta vicino e fa una fotografia. Sotto ai nostri occhi, le nostre colline, sopra la nostre pelle un sole caldo, caldo e atteso. Mi alzo. Plano giù, per sentire l'aria sul viso.
Mi sveglio.
Mi sono addormentata sul letto, vestita e con il telecomando in mano, il cd continua a espandere musica nella stanza a volume sostenuto, mi strofino gli occhi, guardo l'orologio. Penso a tutto a niente penso alle poche persone che ho nel cuore, penso alla mia pelle che verrà tatuata, penso a te che non ti pieghi mai, mai, deviando il discorso sui miei impegni, sul mio essere vaga, quando tu non hai mai fatto un passo verso di me, quando tu non sei mai salito su un pullman e sei entrato nel mio letto, per abbracciarmi in una nostra ultima notte, penso a te che vai e vieni come il vento che vento sei e non ti può fermare nessuno che libero sei di volteggiare e crearti e plasmarti oltreoceano e i tuoi silenzi e i miei silenzi non rompono nulla fra di noi, fanno battere il cuore quando ci vediamo e ci sosteniamo, fanno sorridere quando solo noi sappiamo come siamo, restiamo noi e resteremo noi io e te, penso a me, alla persona che ad ogni passo divento, alla persona che ogni giorno trascorso si colma un po' di più.
Non posso più svegliarmi.
Batticuore, spalanco la porta ed esco sul balcone, aria, aria tiepida che sembra gelida, aria che mi fa sorridere, stelle in cielo che non abbandonano mai una propria stella, ricordi di lui che suonava la chitarra e cantavamo fino le tre su questo balcone, ricordi di birre versate addosso, a rincorrersi a perdifiato.
Non posso più svegliarmi.
Sono questa.
Intrisa di certe emozioni.
Sono questa.
Intrisa di certe emozioni.
3 commenti:
ti stavo aspettando,quello che scrivi è molto bello,anche se con una vena di malinconia,il tuo modo di scrivere,mi dà i brividi nel cuore e nell'anima,poi cosa ti fai tatuare?ciao-bacino.
ben svegliata
buon mercoledì
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ho dei tattoo pure io,adoro decorare la mia pelle,ha qualcosa di magico ed eccitante l'ago sulla pelle,si ti stavo aspettando con ansia è non ti ho + sentito,ciao-bacino eh eh ehhhh.
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