lunedì 25 agosto 2008
VIAGGIO.
Leggera come una piuma,
sento,
la necessità di allontanarmi, di crearmi addosso un mondo che forse mi appartiene troppo, di crearmi addosso un mondo che non è la mia realtà ma che la cerco la catturo e la rendo mia.
Senza troppi franzolli e peli sulla lingua. Senza troppi chissà ma solo con il bisogno di sentirsi leggeri, lontani, capaci di tutto quello che si vuole.
Non ci sono spiegazioni delle mie fughe.
Non ci sono motivazioni del mio "chiudere i ponti" e poi se è il caso, riaprirli una volta tornati a casa.
Solo il vento, la brezza che asciuga i capelli e la sabbia che si infila ovunque.
Solo una serie di chupiti bevuti con bisogno e ingoiati come liquido d'amore.
Solo persone selezionate che fanno stare bene, lontani da tutto quello che può causare dolore, pensieri, tensione. Un viaggio è tutto questo e molto di più.
Un viaggio è vedere terre desiderate, sentirsi parte attiva a quella gente, a quell'ambientazione, conoscere gente, scoprire di conoscerne, salutare chi non ti conosce e ricevere in cambio un "ciao" allegro, bere e ridere e pensare che domani sarà sempre meglio, chiudere gli occhi per riaprirli dopo quattro ore ed essere pronti a riconquistare il mondo.
C'è un perché se le persone vivono il viaggio in maniera diversa.
C'è un perché se quando torno io mi sento colma di gente che magari conoscevo poco e lì ho colto l'occasione per conoscerla meglio o di gente scoperta in quell'occasione, con una banale domanda per attaccare bottone.
E attacchiamolo questo bottone.
E attacchiamo al muro del nostro cuore un altro pezzetto di vita, un'altra esperienza che resterà con me.
Ovunque andrò, se mai tornerò.
Poi il ritorno sballotta un po', fa salire una strana malinconia anche se già si pensa al letto comodo e alla doccia sempre calda perché le coinquiline non finiscono l'acqua.
Sale la malinconia dello svegliarsi da sole, dell'addormentarsi tranquille senza ridere ubriache di vita, dell'odore del mare, del vento di notte, della gente che entra a far parte della tua mini vita e la riempie,sala la malinconia del prepararsi, dello spogliarsi per infilarsi il costume.
Malinconia che legata alle fotografie, fa sorridere teneramente.
Il ritorno sballotta così.
Si credere di essere riamaste a metà strada tra la vita che si vorrebbe continuare a fare e quella che purtroppo bisogna riprendere.
A volte poi, porta una ventata di cose dolci, inaspettate e belle.
A volte poi, porta una voglia di mandare a stendere tutto.
Cercare solo le cose che ci fanno stare bene, anche a costo di andare contro i nostri pensieri, le nostre aspettative, anche a costo di dirsi "ho sempre detto che non l'avrei mai fatto, ma ora sono qui e... devo farlo".
Perché non possiamo più rinunciare alla nostra felicità.
lunedì 11 agosto 2008
PAROLE E PAROLE.
Castelli di sabbia costruiti troppo vicini alla riva del mare.
Onda dopo onda.
Poche sicurezze, tante certezze.
Un morso alla bocca dello stomaco, una palla di cemento posizionata proprio li.
Non sale, non scende.
Bicchierino in mano e giù. Che forse l'unico modo per farla sciogliere è bombardarla di alcol.
Di alcol e sorrisi rubati ad una notte che poteva essere uguale a tante altre.
Qualcosa va via.
Qualcosa arriva.
Un paio di stelle cadenti riempiono l'anima e svuotano il cielo.
Niente sembra normale in quest'estate imprevedibile.
Chiudilo il palmo se puoi.
Chiudilo e portalo vicino al cuore.
Quello è il posto in cui resterà per sempre.
Se tu vorrai.
Onda dopo onda.
Poche sicurezze, tante certezze.
Un morso alla bocca dello stomaco, una palla di cemento posizionata proprio li.
Non sale, non scende.
Bicchierino in mano e giù. Che forse l'unico modo per farla sciogliere è bombardarla di alcol.
Di alcol e sorrisi rubati ad una notte che poteva essere uguale a tante altre.
Qualcosa va via.
Qualcosa arriva.
Un paio di stelle cadenti riempiono l'anima e svuotano il cielo.
Niente sembra normale in quest'estate imprevedibile.
Chiudilo il palmo se puoi.
Chiudilo e portalo vicino al cuore.
Quello è il posto in cui resterà per sempre.
Se tu vorrai.
venerdì 8 agosto 2008
SEGRETI ESTIVI.
Credo che può essere una bella coincidenza ritrovare in una persona delle somiglianze di un qualcuno che è andato via per sempre, per poter trovare un conforto, per poter ritrovare un pezzo di se stesse andata via con quel qualcuno.
Quel Qualcuno che resterà sempre LUI.
Eppure in momenti di debolezza, eppure in momenti in cui la distanza si fa sentire.
Arrivano calde braccia che un po' ricordano, ricordano e ci conquistano.
Ricordano e ci fanno scivolare la testa indietro.
Ricordano e ci fanno stuzzicare senza legami.
Salire silenziosi le scale, al buio, fidandosi per poi lasciarsi possedere, per poi far eccitare, godere, per sentirsi bene, volute, come ci voleva Lui.
Ma ora qui. Un altro lui.
Un altro che ricorda, che è arrivato e ha risvegliato un'anima tenuta in sordina.
Scendere le scale, avere il cuore gonfio, il ventre colmo e sentire che per quanto Lui sia è e sarà unico, forse ora qualcun altro ha preso in prestito il suo posto.
Posto meritato.
Nel silenzio di una notte di fine luglio.
Tu ora come lui.
Solo un passetto indietro.
Tu ora nella mia vita per far si che tutto sia leggero.
Rendi questo segreto un segreto tale da potersi colmare l'anima.
Dentro un afoso caldo e chissà, immerso nella neve.
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