giovedì 1 maggio 2008

SONO PIUMA.


Aria, ossigeno nuovo.
Non mi accontento, voglio sempre qualcosa di nuovo, che mi stimoli, che mi dia la scossa, che mi dia un'emozione, che mi faccia rigirare nel letto senza chiudere occhio, che mi faccia sentire ad un passo dalla pura soddisfazione.
Sapere che tu sei forte.
Si, sono forte.

Notte sotto ai ponti. Gocce che tintennano in pozzanghere di ieri, sento da una bocca amica qualcosa che il mio stomaco e il cuore percepiscono come un fulmine a ciel sereno.

Ora so che non ho sbagliato io, di nuovo, che questa volta non era colpa mia, che sono stata nella testa e nei pensieri di quel lui.
Lui che si sente una merda, che vive nel suo mondo e non fa un passo avanti per sistemare la situazione che ha rovinato e se ne pente. Aspetta e si crogiola nelle paranoie che lo contraddistinguono.
Come se, sapendo che si è pentito, io fossi pronta per riaprire il mio cuore.

Rimango dove sono e penso.
Ho sbagliato tante volte, ma tutte mi hanno insegnato qualcosa, ho preso tanti treni e tanti altri li ho persi. Ne passeranno altri, ma sarò in grado di capire se salirci o se abbassare la mano e farlo procedere. Aria, ossigeno nuovo.
Incontro inaspettato.
Mi sorride appena entra in casa, un saluto veloce e nulla più.
Poche parole scambiate mangiando carne e prendendo il sole in un terrazzo affacciato su Torino, mi versa da bere e sorride.
Occhi verde chiaro, pelle chiara e ben curata.
Sarà sulla trentina, penso.

Poi per una cosa o per l'altra si crea il gruppetto "parliamo di tutto purché non ci facciamo assalire dal sonno post magnata" attorno ad una penisola.
E sorridi, mi parli, mi fai fotografie mentre giro il caffè e guardo assorta.
Mi stupisce ritrovare negli altri, un po' di me stessa.

Anzi, quasi mi spaventa. Perché allora non sono poi così bizzarra nel trovare normale parlare, chiacchierare con sconosciuti e salutarli, andando via, anche se la conoscenza è solo di tre, quattro ore.
Mi abbracci, alto e muscoloso, mi abbracci così, come se ci conoscessimo davvero da mesi, anni.
Mi abbracci e mi dici di fare la brava, con quello sguardo che io conosco.

Maledetta psicologia, ma non potevo fare il classico? lo scientifico? il linguistico?No, il socio-psicopedagogico, aggiunto ad una leggera predisposizione a capire gesti, parole, movenze, sguardi.
E' questa l'aria, l'ossigeno di cui parlo.

Cose che nascono e muoiono ancora prima del calar del sole, cose leggere come le nuvole che però fanno respirare a pieni polmoni.
Momenti leggeri come piume.
Sono piuma, ho bisogno della mia aria.

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