venerdì 9 maggio 2008
COME LE FRAGOLE.
Cartonato appoggiato al muro. La porta leggermente aperta.
Seduto su una tavola quadrata disegna e cancella, cercando una perfezione che oggi non trova.
Si alza, lasciando cadere la sua fidata matita per terra.
Apre la porta, sbatte la porta arrabbiato con se, arrabbiato con lei, arrabbiato con il mondo.
Si guarda attorno.
Tutto grigio, tutto tace.
Nessuno accenna a colorare un po' questo angolo di vita.
A colorare questo universo con una scala non di grigio.
Fragole succose, carnose.
Le prende e le ferma sul cartonato bianco con un chiodo.
Scivola, con una linea che sa di perfezione, il succo dolce che fuoriesce.
Ventitré fragole che si susseguono in una fila ripetuta sette volte.
Colore.
Il rosso del sangue.
Del dolore e della passione.
Della linfa vitale che ci scorre nelle vene.
Che ci fa aggrappare dall'altra parte del mondo per trovare felicità.
Che ci fa rincorrere a perdifiato un nuovo amore senza pensare a cosa ne sarà domani.
Come una fragola.
Vita succosa, passionale, carnale, colorata.
Lui oggi ama lei disperatamente.
E nel silenzio dei propri pensieri, del proprio battito, sa.
Che non c'è più tempo per stare a calcolare, che non c'è più tempo per sperare.
Agire è l'unico infinito che può usare.
E poco importa affrontare un mondo nuovo e poco importa se si è estranei a tutto quello che si va incontro.
La magia nasce lì.
Nel superarsi e meravigliarsi di cosa c'è altrove.
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