domenica 9 dicembre 2012

DAVANTI A ME.

 



Qualcuno mi spia dalla porta mentre mi specchio e accarezzo le mie forme che cambiano.
Tremo quando passo la mano sul cuore perchè pulsa forte, troppo forte.
Sembra che voglia uscire che voglia scappare da tutto questo.
Guardo riflessa una me che a stento riconosco, trasformata dal tempo, delle esperienze, forgiata da quello che l'ha attraversata e invasa.
Mi viene da piangere, un pianto liberatorio come per gridare il mio bisogno, come per sfogarmi da tutto quello trattenuto per mesi, per anni.
Uno arriva alla fine che non ce la più e basta un niente per toccare il mio limite, così alla domanda "cosa c'è che non va!?" esplodo in un pianto silenzioso.
E quello è il mio momento, il momento in cui libero quest'ansia che mi comprime, quest'ansia che mi fa alzare in tarda notte e guardare in quello specchio.
E nessuno è invitato. E mio, quel momento è solo mio e non voglio proprio conviderlo con nessuno, anche se tu mi stai guardando, io non mi volterò e accennerò un saluto. Io farò finta di niente, mi avvicinerò e chiuderò la porta a chiave, poi metterò gli auricolari e mi nasconderò per un'ora o due non importa quante ore rimarrò seduta in quel bagno lussuoso, ci starò fino a che non mi sarò svuotata fino al midollo.
Solo allora potrò rialzarmi e cominciare a riprovarci.

[You’ve gotta get up and try]

Troppe notti i sogni mi inseguono fino all'alba e non vorrei più svegliarmi, rimanere dentro quella parentesi incantata. 
A volte invece inizio a sudare a girarmi e rigirarmi e rigirarmi ogni cosa dà fastidio ho caldo poi freddo poi caldo poi i brividi poi freddo poi è fastidioso il cuscino poi ci sono le coperte troppo corte poi mi sento troppo sola poi mi sento troppo oppressa poi mi viene da vomitare e alla fine il con il cuore in gola accendo l'abat-jour con l'affanno e tremo e ho paura a chiudere di nuovo gli occhi e allora i pensieri si rincorrono e vengono a farmi visita e io ci sguazzo nei pensieri paronoie della notte dove tutto è silenzioso e razionale dove niente è contagiato perchè cerco una soluzione perchè cerco motivi risposte poi crollo in un sonno profondo tutta rannicchiata dalla parte destra del letto accoccolata da un pensiero bello da una sensazione di tenerezza infinita mista a fragilità come lottatrice dopo una battaglia forse vinta forse persa non lo so e mi sveglia solo il suo della sveglia che dopo anni faccio ritardare una volta due volte e alla fine mi alzo con la testa che gira ubriaca di tutti i pensieri che si sono rincorsi in una notte troppo lunga troppo breve in una notte "troppo".

[Sometimes I think that it’s better to never ask why]



2 commenti:

Achab ha detto...

Bellissimo testo,molto coinvolgente.
Auguri di buon Natale,un abbraccio cara Irene.

Irene ha detto...

Grazie x leggermi.... ! Buon anno...