venerdì 2 novembre 2012

ULTIMO CAPITOLO.



Le cose lasciate in sospeso non portano mai nulla di buono, neanche un ricordo a cui aggrapparsi.
E' arrivata la primavera e anche se nel cuore credevo fosse già iniziata e arrivato poi di nuovo l'inverno. E mi fa strano vedere gli alberi in fiore e sentirmi leggera.
Credevo nella sua voce, credevo e non trovo altre motivazioni nel fatto che io credevo in qualcosa, in qualcuno, finalmente.
Ma come tutte le cose, dovevo aspettarmela. La botta, la martellata su un dito, la macchina che mi ha presa sotto, il vento che ha portato la pioggia e poi nuovamente il sole.
Ho cancellato tutto di te, per la rabbia, la delusione del tuo atteggiamento nei miei confronti. Meritavo e merito di più.
Ho cancellato tutto di te tranne le tue parole, che per mendaci che siano state, voglio tenerle.
Tu mi hai eliminata dalla tua vita, perchè?
Ti ho fatto davvero così male?
Cosa ho fatto per meritarmi un simile comportamento.
Ricopro pareti viola di fotografie in bianco e nero. Questa sono io, ancora io, sempre io, nonostante tutto.
Straccio la gonna viola piangendo in ginocchio per terra, nella penobra del giorno che mi hai tolto tutto.
Ma poi, la rabbia passa, la rabbia passa e sale la razionalità.
C'è sempre un motivo, sempre, e forse non devo ancora trovarlo, capirlo, cercarlo, ma c'è da qualche parte.
E vorrei parlare con te, solo parlare. A voce, di persona, per sapere cosa pensi, per sapere, punto. Solo per capire, solo perchè io non riesco ad odiare, io non riesco ad eliminare chi mi ha fatto stare bene.
E credevo potesse darmene altro, ma ci si illude a volte, per sorridere al mondo.
Suona e non rispondi. Paura? Timore che ti aggredisca?
Suona e suona. Poi rispondi.
-Ciao
-Ciao...come stai? dico. Sono serena.
-Bene, dimmi.
Sbrigativo.
-Ho la tua maglietta, so che ci tieni molto e quindi volevo restituirtela, sempre che tu possa e voglia vedermi. E magari ci prendiamo un caffè e due chiacchiere,due eh!?
-Ma non so Ire, io non so... Potresti tenerla alla fine la maglietta...
-No, forse non sono stata chiara, non voglio tenere qualcosa di tuo a cui se affezionato e poi vorrei avere un confronto, pacifico e maturo, sapere come stai, cosa fai, è ridicolo da dirsi, ma tipo due amici di vecchia data.

E stato allora che ho sentito e rivisto quella scena.
E il mio piede nel passato c'è sempre stato e non te lo mai detto ma tanto di te e del tuo mondo mi spaventava ma sarei stata coraggiosa da vivermi il presente chiudendo per bene il passato dietro un portone di legno massiccio.
Io sarei stata coraggiosa di dare il mio cuore in due nuove mani più sicure che mai.
E quando ti ho rivisto, ti ho rivisto come fosse la prima volta, ci siamo sorrisi, mi hai fatto salire in macchina e siamo andati verso al collina, non so verso dove e tutto sapeva di cose già viste.
Siamo scesi, arietta e sole caldo, seduti nel prato, tu che giri una canna e la fumiamo tranquilli, ci parliamo, ci parliamo come abbiamo sempre fatto.
Non la senti anche tu questa serenità?
Non capisci anche tu che forse non sono così malvagia e che ogni tanto si può chiacchierare?

Torniamo giù, velocità sostenuta.
Parte una canzone, nella tua macchina qualunque canzone assume un significato denso.
Guardo fuori, finestrino giù.
Un passo avanti. In modo diverso ma un passo avanti.
E vicino alla mia orma, una più grande di nove numeri.

Non ho avuto paura nel pensare di poter amare un altro cuore, un altro corpo, altre mani, altri occhi. Sono felice di quello che mi hai dato se era reale, sono felice se ti ho fatto bene (da quello che dicevi) o se ti sono stata utile per consolarti un poco.
Io non ho mai paura quando seguo il mio cuore, anche quando prende una direzione che all'inizio mi lascia in bilico e mi riempie di dubbi.
FINE.    

                               [vecchie parole ritrovate che non meritavano di rimanere nascoste
                                perchè quando si scrive c'è l'ispirazione. punto.]

2 commenti:

takajiro ha detto...

un post bellissimo. punto.

Irene ha detto...

grazie...