mercoledì 14 gennaio 2009

NOI, SOTTO A QUESTO VELO.


Nota.
Una semplice nota e tutto viene sconvolto, rigirato, mescolato.
Dentro quel pentolone chiamato stomaco, chiamato pancia del cuore.
Non c'è distanza, non c'è silenzio, non c'è sentimento che possa allontanarli, che possa portarli così lontani l'uno dall'altra da perdersi completamente.
Qualcosa, qualcosa di invisibile riesce sempre a riavvicinarli.
Il pensiero di un giaccone verde, un discorso fatto su un vecchio pullman, abbracci rubati e baci ricercati in notti fonde, passioni diverse che si guardano.
Occhi negli occhi.
Pagine bianche che riescono a riempire di parole e musica, pagine bianche che uno riempie con note e l'altra con parole.
Passione.

Pause vuote.
La gente non crede, la gente non vede al di là del proprio naso e non vede nient'altro che quello che è costretta a vedere. La gente non riesce a scorgere un segno, una casualità che non è poi così tanto casuale. La gente ascolta una canzone, un giorno, in un momento e l'ascolta e basta.
Un po' più in là c'è invece una piccola anima che vola libera ascolta una canzone, un giorno, in un momento e capisce che è arrivata per farle capire, per darle il segno che aspettava.
E' difficile lasciarsi andare,
è difficile credere,
è difficile fidarsi.
E' ancora più difficile restare se stessi ed amare, amare incondizionatamente, per anni, la stessa persona, amando intanto altri cuori, pensandola sempre, chiedendosi perchè, nonostante tutto siano ancora qui.
Come in un film, scene si susseguono a scene.
Ci si chiede "se io non avessi fatto...", "se io avessi detto prima che...", ci si guarda intorno e ci si chiede cosa ancora manca, chi ancora manca all'appello.
Segreti troppo segreti da poter dire, da potersi liberare per ricominciare.
E se non si volesse ricominciare?
Ma solo cercare di mettere tutti i tasselli al proprio posto per capire, per rimanere illuminati e stupiti.
Mille scuse.
E lo stomaco ancora si contorce alla sua voce. Come una fitta al cuore, una fitta che fa bene, che fa sorridere, che fa pensare che ci sono altre pagine da riempire, ancora altre pagine.
Ricoperti da un velo, invisibile e magico.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

è da quando me ne sono "andato" che continuo ad aggiornare il tuo blog...speravo scrivessi qualcosa.in qualche modo, come ti ho scritto, stavi maturando l'ennesima splendida creazione.
finalmente direi!
dovrebbero allestire una gita guidata dentro la tua testa...per quel che mi riguarda, spero prima o poi di vedere, anche se da lontano,il tuo lato più interessante.
il cuore.
bacio!il combinaguai agitoso

Irene ha detto...

splendida creazione, addirittura?
è nata da una canzone, tutto qui... è nata da cose che ogni tanto vengono fuori.
per la gita guidata possiamo parlarne...:)
grazie per credere in ciò che creo.
grazie.
grazie.

Squilibrato ha detto...

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